Quanto vale Yildiz? Può bastare un contratto fino al 2029 per blindarlo adeguatamente alla Juve?
E poi: un talento così può davvero guadagnare una somma inferiore a quella di David o di tutti gli altri campioni che meritano la copertina della Serie A? Il problema ora è più della Juve che per il numero 10, considerato che i discorsi sul prolungamento si sono improvvisamente congelati e le squadre inglesi possono essere di gran lunga più generosi al tavolo della trattativa con delle super proposte.
Rinnovo Yildiz: perché bisogna fare in fretta
Tra l’entusiasmo per i gol e le giocate del turco e la cautela necessaria in queste circostanze, dalle parti della Continassa il tema si fa sempre più scottante. Insistere sul rinnovo di Yildiz a breve potrebbe non essere più un’opzione ma la stretta necessità per blindarlo dagli attacchi scontati dei grandi club europei.
L’interesse dall’Inghilterra cresce, con club pronti a bussare per assicurarsi quel talento che in bianconero sta crescendo a vista d’occhio. Altrove restano alla finestra: da Parigi a Barcellona fino a Madrid. In agguato.
D’altronde, i numeri e le prestazioni parlano da soli. Dopo un inizio di stagione stentato e qualche panchina “distillata” con parsimonia, Yildiz si è ripresentato come l’uomo in più della Juve nelle sfide col Bodo Glimt e anche col Cagliari: non solo per i gol, ma per come è riuscito a dare un forte indirizzo ai novanta minuti.
I grandi campioni determinano e lui comincia a farlo con una certa continuità, semplicità. Al punto che non lo si può considerare e trattare più come un ragazzino di prospettiva: Yildiz è presente, per la Juve e non.
E se a dare la misura del suo valore — oltre agli avversari — è chi allena e lo vede ogni giorno in campo, allora le parole di Luciano Spalletti pesano come certezze: “Yildiz per me è facile: è quello che spacca moduli e schemi … è la fucilata nella notte” — ha detto il tecnico, ribadendo che “chiunque accende un dialogo con Yildiz vuol dire accenderlo con la squadra”.
Parole che fanno capire chiaramente dove viene collocato, oggi, il giovane turco nell’equilibrio bianconero: “Lui è uno che quando prende la palla e guarda la porta, suonano le campane. Anche in allenamento”.
Il problema — per la Juventus — non è tanto la volontà tecnica: quella c’è. Il nodo riguarda l’equilibrio economico e la fidelizzazione di un talento: il suo contratto è valido fino al 2029, ma lo stipendio (attorno a 1,7 milioni più bonus) non lo rispecchia più. L’adeguamento che Yildiz – e il club – reputano dignitoso sfiora cifre nell’ordine dei 5 milioni annui, segno che la Juve intende investirci sopra come su un pilastro importante per il futuro. Ma forse potrebbe non bastare più.
Ora, il rischio concreto è che un’offerta adeguata da Inghilterra — magari accompagnata da un progetto carico di vetrina internazionale — possa far vacillare il ragazzo. Yildiz non è solo talento grezzo da plasmare, ma anche il potenziale simbolo del rilancio bianconero: l’erede per fantasia e duttilità di chi, in passato, ha scritto pagine importanti di storia juventina. Blindarlo non è un’opzione: è un’urgenza. Per non rischiare.
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