Lando Norris è Campione del Mondo in F1
La settantaseiesima stagione di Formula 1 si chiude con il trentaseiesimo campione del Mondo diverso nella storia della categoria più importante del motorsport.
Lando Norris è l’undicesimo pilota britannico a conquistare il titolo, il primo dal 2008 e dopo Lewis Hamilton a riportare la McLaren sul tetto del Mondo. Numeri e sviluppi alla mano è stata, inevitabilmente, la stagione del team papaya e dei suoi piloti, sempre in testa e davanti a tutti già dalla prima in Australia e fin dopo l’ultima ad Abu Dhabi.
Tuttavia, Norris ha vinto per la sua regolarità più che per la sua velocità. Il ragazzo di Bristol a parte qualche sporadico passaggio a vuoto (ritiri in Canada e Olanda e settimo posto a Baku) ha sempre chiuso entro e non oltre i primi quattro al traguardo, mantenendo una costanza di rendimento a tratti accademica e a differenza dei suoi principali avversari.
Il compagno di squadra Oscar Piastri è sprofondato in un cono prestazionale nel momento decisivo della stagione, mentre Max Verstappen ha pagato una Red Bull in evidente gap tecnico per tutta la prima metà del campionato. Ciò nonostante, non appena il team austro-inglese gli ha messo una RB21 performante tra le mani l’olandese ha riaperto un Mondiale che non sembrava affar suo.
Dieci gare consecutive perlomeno a podio, a cui va aggiunta la vittoria nella Sprint di Austin, da Zandvoort e dalla pausa estiva in poi Max ha costruito qualcosa di clamoroso. Non considerarlo, oggi, l’uomo più forte al Mondo con un volante di Formula 1 tra le mani sarebbe un errore di valutazione imperdonabile.
Tanti, di errori, sono quelli che archiviano la stagione della Ferrari. Dopo quattro anni la Rossa torna a chiudere un campionato senza vittorie, al termine di un naufragio tecnico del progetto SF-25 e nonostante gli investimenti messi sul tavolo. Sette podi e una pole position tutti a firma Charles Leclerc, l’unico in alcuni frangenti a lanciare messaggi di sopravvivenza ferrarista.
Il capitolo Hamilton è fin troppo complesso ed articolato, ma vedere il pilota più vincente della storia chiudere per la prima volta una stagione senza essere mai salito sul podio (escludendo la Sprint vinta Shanghai, ndr) è il manifesto di un crollo inaspettato e di preoccupante interpretazione. In generale, concedendo un voto oltre la sufficienza al primo anno del nostro Kimi Antonelli in Mercedes, va in archivio una Formula 1 ricca di denari ma povera di sorpassi.
Un campionato da “sold-out” in tutte e 24 le tappe sparse per il pianeta, dove però l’adrenalina ha lasciato troppo spesso spazio alla strategia. Nell’era in cui tecnologia e aerodinamica hanno preso il sopravvento, naturale ma malinconico ragionare più in termini di “undercut” che di “sportellate”. Il futuro, prossimo, racconta di un nuovo e radicale cambio regolamentare, l’auspicio è che i passi che verranno fatti tornino, soprattutto, orientati allo spettacolo e non solo al guadagno.
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