Un anno di sport, tutti i principali trionfi azzurri
Un altro di anno di sport è pronto a confinarsi nell’album dei ricordi. Dodici mesi lunghi e intensi, scanditi da vincitori e sconfitti, tra sorprese e delusioni.
L’ultimo anno di sport ha regalato successi incredibili e sfide che ci hanno lasciato con il fiato sospeso come quella tra Sinner e Alcaraz. Il Volley azzurro ci ha fatto ancora una volta sognare, sia nel maschile che nel femminile e l’atletica non è stata da meno. In Moto Gp, è Marc Marquez a trionfare mentre in F1 spazio per il primo successo di Lando Norris. Tadej Pogacar si conferma il cannibale che è sempre stato. La Francia si prende il 6 Nazioni di Rugby. La Germania il titolo continentale nel basket e gli Oklahoma Thunder per la prima volta l’anello NBA. Nuoto e Sci regalano sorrisi ora la testa va a Milano-Cortina.
Tennis in copertina. Jannik Sinner ha perso il primo posto Atp ma è stato anche il primo azzurro a conquistare Wimbledon, ha vinto per la seconda volta gli Australian Open e le Finals di Torino, cristallizzando un dualismo con Carlos Alcaraz destinato ai libri di storia. Jasmine Paolini regina al Foro Italico di Roma, Coppa Davis conquistata per la terza edizione di fila e Billie Jean King Cup per la seconda: siamo nella miglior generazione tennistica italiana, padroni assoluti del nostro destino.
Qualcosa che nel 2025 è riuscito anche, e meravigliosamente, nel volley. Prima il trionfo delle ragazze di Julio Velasco nel Mondiale in Thailandia, e tre settimane dopo la conferma degli alfieri di Fefe de Giorgi nella kermesse iridata nelle Filippine. Michieletto, Giannelli e Romanò, non meno di Egonu, Orro e Sylla, eroi di una pallavolo tricolore mai così tanto dominante e sul tetto del Mondo. Lo stesso dove è salito, in una calda sera di Tokyo, Mattia Furlani, con i suoi 8 metri e 39 che sono valsi il titolo iridato nel salto in lungo, apice del miglior Mondiale nella storia dell’atletica italiana, con sette medaglie complessive e dove oltre al lunghista romano brilla anche Nadia Battocletti principessa delle lunghe distanze.
La miglior atletica tanto quanto la miglior Ducati. La Desmosedici di Borgo Panigale si conferma, e per distacco, il mezzo con due ruote più veloce del pianeta e nelle mani di Marc Marquez ha cannibalizzato l’ultimo campionato di Moto Gp. Nono titolo in carriera per il “cabroncito”, primo, in assoluto, per Lando Norris che diventa il trentaseiesimo campione del Mondo della Formula 1 grazie ad una McLaren regina tra i costruttori e nonostante un Verstappen a tratti fenomenale. Naufraga, al contrario e senza appello, la stagione della Ferrari, esaltata in partenza dall’ingaggio di Lewis Hamilton e profondamente ridimensionata da uno sviluppo disastroso.
Nel ciclismo, Tadej Pogacar continua ad annientare record, vincendo il suo quarto Tour de France, il secondo campionato Mondiale e il primo titolo Europeo, senza dimenticare il quinto Giro di Lombardia consecutivo, Liegi-Bastogne-Liegi, Strade Bianche e Giro delle Fiandre. Numeri spaventosi, di un fenomeno che abbiamo il privilegio di vivere e raccontare. La Francia conquista il Sei Nazioni di Rugby, la Germania il titolo continentale nel basket e gli Oklahoma Thunder per la prima volta l’anello NBA.
L’Italia del nuoto domina gli Europei in vasca corta di scena ad inizio dicembre, consacrando una nuova generazione di protagonisti e chiudendo un anno che si era aperto con la straordinaria cavalcata di Federica Brignone alla conquista della Coppa del Mondo di Sci, seconda nel curriculum dell’unica italiana ad averla vinta nella storia. Brignone, ma non solo, punta di diamante della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Milano-Cortina, le nostre olimpiadi invernali, evento catalizzante di un 2026 tutto da vivere. Con l’ambizione di raccogliere qualcosa di ancora più grande, ma anche la convinzione di continuare a divertirci.
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