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NFL Phillip Adams, l’indagine dopo la strage: l’ipotesi è spaventosa

Ci sarà un supplemento di indagine sulla strage, sei vittime, provocata dall’ex giocatore di Eiffel Philippe Adams. Il coroner ha predisposto un ulteriore esame autoptico sul cervello del killer

Una immagine di Philip Adams all’epoca della sua permanenza nei San Francisco 49ers (Getty Images)

Un apprezzato giocatore di football americano di soli 32 anni, a carriera ormai finita, che si trasforma in una spietata macchina di morte. Un’arma automatica caricata con proiettili d’assalto per uccidere cinque persone. É il terribile epilogo della carriera di Philip Adams, l’uomo che mercoledì scorso ha provocato una strage nella zona residenziale di Rock Hill, in South Carolina.

Philip Adams e la CTE

Sei vittime in tutto. Perché anche il killer che ha deciso di uccidersi poco lontano dal luogo della strage durante l’intervento della polizia è una delle sei vittime di questo tremendo episodio. Ma ci sono aspetti poco chiari in questa vicenda che stanno portando a un supplemento di indagine che potrebbe avere sviluppi clamorosi.

Da tempo numerosi medici sportivi americani stanno indagando su quella che è stata definita la CTE, una malattia neurologica degenerativa che colpisce gli sportivi che subiscono violenti traumi al collo, alla testa e alla colonna vertebrale. Una peculiarità di tutti gli sport particolarmente violenti: non soltanto il football americano ma anche l’hockey e il wrestling professionistico.

Stando a quanto gli investigatori che stanno cercando di far luce su quello che è accaduto ieri in South Caroline, Phillip Adams soffriva di CTE e la sua carriera professionistica si sarebbe conclusa anzitempo proprio a causa dei problemi fisici riportati nei lunghi anni di professionismo con il football americano.

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Autopsia approfondita

Per questo il coroner incaricato delle autopsie di tutte le vittime della strage, la dottoressa Sabrina Gast, ha disposto un supplemento di indagine per esaminare con attenzione il cervello di Adams e verificare eventuali segni della malattia che può portare a gravissime conseguenze psichiatriche e ad autentici raptus di follia.

Secondo rapporti non ufficiali sarebbero almeno 110 giocatori che hanno da poco lasciato la NFL che sono seguiti per i postumi traumatici legati alla loro carriera professionistica e una forma molto aggressiva di CTE. Molti di loro sarebbero seguiti da professionisti e tutelati con un fondo protetto.

Adams ha freddato con un’arma automatica i suoi vicini di casa: quattro persone tra le quali due bambini e un tecnico dell’aria condizionata che si trovava nel loro appartamento prima di uccidersi.

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A destra con la maglia rossa degli Atlanta Falcons Philip Adams (Getty Images)

“Troppo orgoglioso per chiedere aiuto”

La sorella di Adams questa mattina è comparsa in una lunga intervista a USA Today spiegando che le condizioni mentali del fratelli nelle ultime settimane aveva no avuto un tracollo e che il football lo aveva distrutto. Adams stava male: “La sua salute mentale era peggiorata rapidamente e terribilmente – dice la sorella – i segnali erano davvero molto preoccupanti. Ma era convinto che se la sarebbe cavata. Anche se aveva vissuto l’addio allo sport malissimo. Era un orgoglioso, rifiutava aiuti e consigli. Ma non ci saremmo mai aspettati niente del genere”.

Scott Casterline, l’agente che aveva seguito la carriera di Adams, ha confermato che il giocatore stava male da alcune settimane. Ma Adams si era sempre rifiutato di entrare nel programma della NFL per la tutela dei giocatori a fine carriera a rischio di CTE.

Mauro Marchina

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