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Alla vigilia della sfida tra Inter e Juventus, l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti torna a parlare della rivalità per eccellenza, e punzecchia la squadra bianconera
Ripensa al famoso episodio del rigore negato a Ronaldo, a Simoni che irrompe in campo sul capovolgimento di fronte che vale un rigore per la Juventus. Alle telefonate e a calciopoli… E offre una delle sue battute.
Massimo Moratti parla di Inter-Juventus: “Le controversie ci sono sempre state, le discussioni anche ma ai nostri tempi nemmeno la VAR sarebbe bastata. Proababilmente perché dietro la VAR ci sarebbe stata gente che pensava nella stessa maniera”.
La partita arbitrata da Morganti era quella del 26 aprile 1998… sono passati più di ventitre anni: “Quello fu l’episodio decisivo, quello che guastò definitivamente il rapporto. Tuttavia oggi vivo quella partita con molta più serenità, meno passato e più presente, l’emozione è gestibile. Sono un tifoso meno sofferente… per lo meno prima di entrare allo stadio”.
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Sull’importanza della sfida con la Juventus le cose tuttavia non sono cambiate: “Quella per noi interisti è la partita. All’epoca non ci dormivo la notte, è un chiodo fisso per tutta la settimana precedente, e a volte anche dopo. Il calcio è una passione, ma non solo. Diventa anche il modo per distrarsi da qualsiasi altro pensiero”.
Massimo Moratti ha parlato anche di Ronaldo e di Ibrahimovic, entrambi decisivi ma in modi diversi con l’Inter: “Furono grandi operazioni, autentici investimenti. Anche se due giocatori agli opposti. Il Ronaldo del ‘98 non è descrivibile con accenti umani, era baciato da Dio. Ibra anche a 25 anni si sentiva un dio in terra. Sì. Un tipo davvero speciale, molto simpatico. Una cantante lirica, la prima donna assolita. Voleva essere rispettato, la squadra deve riconoscere la sua leadership, lui era il capo, dava anche ottimi consigli. E ancora oggi, a quarant’anni, non sembra cambiato”.
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