Calcio

Premier League, i focolai bloccano tre squadre: cautela e rinvii

La Premier League ha deciso di rinviare a data da destinarsi le partite di Manchester United e Leicester, ma si parla di ulteriori cambi al calendario

Premier League ancora una volta frenata dal Covid (Foto: Getty)

La decisione è arrivata nel tardo pomeriggio al termine di una lunga riunione tecnica nella sede della Premier League.

Premier League, emergenza Covid

Ha prevalso la cautela. E dunque, dopo i focolai che hanno dimezzato la rosa di titolari a disposizione di Manchester United e Leicester, la lega inglese ha deciso di rinviare la partita di oggi tra il Tottenham Hotspur di Conte (anch’esso recentemente al centro di un’emergenza Covid) e il Leicester e quella di sabato tra United e Brighton.

Una decisione che rispetta non solo la cautela per le condizioni cliniche dei giocatori, ma anche quella del pubblico visto che i casi di Covid causati dalla variante Omicron sono in considerevole aumento in tutto il Regno Unito.

LEGGI ANCHE > Premiership, focolaio in un top club: campionato a rischio

Claudio Ranieri, il suo Watford lamenta un focolaio tra i giocatori (AP LaPresse)

Calendario stravolto

Con quelle ufficializzate oggi sono cinque le partite rinviate questa settimana a causa delle conseguenze della pandemia. In realtà se l’emergenza riguarda al momento tre squadre, i positivi in Premier League sono considerevolmente aumentati nel corso delle ultime ore. Tanto da portare alcuni club a chiedere la sospensione del campionato e il rinvio di almeno due giornate. Un’ipotesi che al momento la Premier League non ha voluto prendere in considerazione.
Al Tottenham i casi tra giocatori e staff sono tredici. Il campo di allenamento del Manchester United di Carrington è stato chiuso martedì a causa di alcuni rischi di positività.

L’ultimo focolaio riguarda il Watford di Claudio Ranieri. Al Leicester stasera sarebbero mancati ben nove giocatori.

La Premier League ha pubblicato gli ultimi dati sui livelli di vaccinazione dei giocatori a metà ottobre, affermando che l’81% dei giocatori aveva ricevuto almeno una dose di vaccinazione COVID-19 con il 68% di doppia vaccinazione. Evidentemente non sufficienti…

Mauro Marchina

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