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Calcio

Calcio, picchia l’arbitro alla gara del figlio: la sentenza è pesantissima

La prima sentenza in attesa del processo è già molto dura, qualcuno l’ha definita esemplare in un calcio giovanile esasperato da un sempre maggiore numero di episodi di violenza

La stagione calcistica si chiude con diversi episodi che hanno assunto un tono quasi drammatico, anche se in qualche caso bisogna parlare di calcio amatoriale e giovanile.

(Foto ANSA)

Fatti, purtroppo non isolati. Come l’allenatore che alcune settimane fa, in una partita amatoriale della provincia di Milano, ha aggredito l’arbitro con un pugno: squalificato per 5 anni.

Calcio violento tra i giovanissimi

Notizie che sono diventate di cronaca nera. Come nel caso dell’aggressione di una squadra giovanile fiorentina a danno degli avversari. Una vera e propria spedizione punitiva con ragazzini armati di mazze da baseball e bastoni, coperti da caschi, subito dopo la fine della partita. Il calcio italiano, anche a livello giovanile e amatoriale, purtroppo sta denotando con sempre maggiore frequenza tutta una serie di episodi che diventano preoccupanti e che sono un pessimo segnale per quello che è il movimento sportivo più importante del nostro paese.

Una sentenza esemplare

Grande risalto ha avuto anche sulla stampa nazionale l’episodio avvenuto a Peretola,  in provincia di Firenze, sabato scorso. Un uomo, dopo che al figlio di 14 anni era stato comminato un cartellino giallo, ha dato in escandescenze facendo sospendere la partita. Al termine della gara aveva aggredito l’arbitro, alcuni spettatori e persino i carabinieri. Trascinato a forza in caserma è  stato arrestato e denunciato con numerose accuse tra le quali minacce, aggressione, lesioni. Due persone ferite in ospedale, l’arbitro – in stato di shock – costretto alle cure del pronto soccorso ha già presentato denuncia.

Il processo per direttissima, fissato ieri, ha convalidato l’arresto e rinviato a giudizio  l’uomo, un 34enne con precedenti per violenza e lesioni. In attesa del processo il giudice ha già definito otto anni di Daspo che vieteranno all’uomo di prendere parte a qualsiasi evento pubblico sportivo, anche le partite del figlio, per moltissimo tempo.

“Un tentativo di dare un segnale forte – ha detto un dirigente del comitato regionale toscano di calcio – per scoraggiare chi pensa che i campi amatoriali e giovanili siano il far west è che tutto sia consentito”.

Per il momento l’uomo resta agli arresti domiciliari in attesa del processo la cui data dovrebbe essere fissata nel corso dei prossimi giorni.

Mauro Marchina

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