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Calcio

Palomino e il doping: cosa rischiano l’Atalanta e il giocatore

La vicenda della positività del difensore dell’Atalanta Palomino a uno steroide anabolizzante tiene banco, quali possono essere le conseguenze dopo la sospensione

In un calcio italiano ancora alle prese con le prime amichevoli e le operazioni di mercato in ritardo, il caso della positività del difensore dell’Atalanta Palomino ha destato grande clamore.

Jose Palomino, sospeso dopo la positività al doping (Foto ANSA)

La notizia è di ieri: positivo a un controllo antidoping effettuato dall’agenda italiana antidoping come molti altri in corso in questi giorni tra i vari riti delle squadre di calcio.

Palomino, un caso di doping

La sostanza sotto accusa è il Clostebol, un anabolizzante steroideo ben noto e inserito in numerose inchieste in passato che riguardavano non solo il calcio ma anche il ciclismo e gli sport invernali. La sospensione è un atto d’ufficio che non può essere in alcun modo evitato ed è direttamente motivato dalla positività. Ora tuttavia il calciatore avrà facoltà di presentare una linea difensiva. Ma le conseguenze per Palomino possono essere gravi: fino a quattro anni di squalifica.

“Fino a quattro anni di squalifica”

Lo ha chiarito ai microfoni di Calciomercato.it in onda su TvPlay, l’avvocato Luca Fiormonte, arbitro del Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport ed ex membro del Tribunale Nazionale Amministrativo Antidoping del Coni.

Il caso del Clostebol ha fatto già parecchia giurisprudenza: “Ce ne siamo occupati molto – spiega l’avvocato Formonte – qualcosa come 1200 casi in 12 anni. Si tratta di una sostanza Clostebol vietata sia dentro che fuori dalle competizioni. Ora il giocatore dovrà dimostrare la non intenzione di assumere la sostanza. Potrebbe anche trattarsi di un caso di contaminazione, di intossicazione”.

A destra Palomino, impegnato contro Ekuban (AP LaPresse)

Un caso che è già accaduto:  “Nove anni fa squalificammo un ragazzo che era stato in bicicletta in Messico. Disse che la carne era contaminata, cosa risaputa. Ma non avrebbe dovuto assumere la carne. Il caso più eclatante fu quello di Contador, che disse di aver mangiato la carne contaminata di un paesino spagnolo. La WADA andò in quel paesino e fece un controllo a tappeto sulla carne senza trovare nulla”.

Un bel problema per Palomino e anche per l’Atalanta. Per quanto il caso non riguardi la società, ma solo il singolo giocatore: “Il rischio è una sanzione massima fino a 4 anni di squalifica. Poi può esserci anche il  patteggiamento”.

Mauro Marchina

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