La Ferrari ha un grande limite, a svelarlo è Montezemolo: fan perplessi! Per arrivare alla vittoria manca ancora uno step fondamentale
Le prestazioni in pista sono una componente importantissima ma non l’unica. Per raggiungere e superare la Red Bull è di vitale importanza anche fare “politica” nelle sedi opportune.
La Formula 1 non è fatta solo di competitività in pista e di aspetti tecnici, ma anche di politica. Sana diplomazia e peso specifico nelle sale dei bottoni, dove vengono prese le decisioni più importanti ai fini regolamentari. Se c’è un aspetto in cui la Ferrari è mancata negli ultimi anni, dal post Todt, è proprio questo. Basti pensare a quanto avvenuto nel 2019 con la power unit di Maranello (depotenziata ma mai ufficialmente sanzionata) o quello che si è verificato proprio in questi mesi. Il porpoising ha colpito soprattutto la Mercedes in questo campionato 2022. Il saltellamento sui rettilinei ha creato non pochi grattacapi a Toto Wolff e ai suoi ingegneri. Dopo una certosina opera di convincimento, però, il manager austriaco è riuscito a strappare un accordo per la direttiva T039. La W13 è tornata competitiva da Budapest (dove furono adottate le prime misure in tal senso) e poi anche a Spa (dove ufficialmente sono entrate in vigore le norme). Non solo, il team anglo-tedesco è riuscito anche a strappare per il 2023 un accordo sul rialzo di 15 millimetri di alcuni punti essenziali del fondo vettura.
Tutta una serie di piccole vittorie a livello politico che possono permettere ai competitor di Red Bull e Ferrari di tornare competitivi nel 2023. Alla fine i Mondiali si vincono anche così, se non soprattutto. Chi ne è consapevole, e ne è stato un fautore in passato, è Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente storico della Ferrari e ultimo vincitore di titoli iridati a Maranello.
In una recente intervista al quotidiano francese l’Equipe, l’ex numero uno di Maranello ha dichiarato: “In questo sport servono passione e dedizione. Dovete essere presenti ogni giorno e ogni sera. Bisogna fare molta politica per sostenere la propria squadra, perché gli altri lo fanno. Bisogna essere forti per resistere e preservare il proprio team”. Una sorta di messaggio nemmeno troppo cifrato a chi sta gestendo in questo momento la Rossa, troppo distante dalle stanze dei bottoni e da quell’influenza diplomatica che si è sempre rivelata fondamentale.
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