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Marcell Jacobs, un nuovo avversario all’orizzonte: “L’unico che può batterlo”

Marcell Jacobs, un nuovo avversario all’orizzonte: “L’unico che può batterlo”. Il velocista azzurro è ormai un punto di riferimento

Tra il serio e il faceto è stato inventato un robot in grado di correre quasi come un umano sulla distanza regina dei 100 metri. Si chiama Cassie ed è ormai entrato nel Guinness dei primati.

Marcell Jacobs in pista (LaPresse)

Dopo la vittoria agli Europei di Berlino, Marcell Jacobs è tornato sulla bocca di tutti. La medaglia d’oro a Tokyo non era stata difesa ai Mondiali di Eugene per problemi fisici. A livello continentale, invece, il velocita di El Paso è riuscito ad esprimere almeno una parte del suo potenziale, mettendo subito tutti in fila. Il tempo che ha nelle gambe non è ancora stato espresso, secondo quella che è l’idea del suo allenatore Paolo Camossi.

A 28 anni può ancora crescere molto e dire la sua fino alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. All’orizzonte, oltre a Fred Kerley, sembra esserci un altro avversario di livello. Stiamo parlando di Cassie, un robot costruito apposta per correre i 100 metri piani. A parte gli scherzi, l’azienda Agility Robotics della Oregon State University, ha deciso di puntare su questo bipede meccanico per entrare nel Guinness dei primati. Il tempo realizzato di 24″73 ha abbassato il precedente limite nella categoria robot.

Marcell Jacobs, un robot può impensierirlo: Cassie è entrata nel Guinness dei primati

Quello che balza agli occhi è la profonda differenza cronometrica rispetto agli umani, considerando che il record proprio di Jacobs è di 9″80. Va considerato però, che per una macchina robotica riuscire a coprire la distanza senza inciampare e cadere è già un grande successo. Da sempre la costruzione di cyborg umanoidi si scontra con la difficoltà di simulare il movimento bipede.

Nonostante Cassie sia un nome che può richiamare una sembianza femminile, il suo aspetto è davvero lontano da quello umano. Presenta infatti solo due gambe, senza parte superiore del corpo.

Va sottolineato come l’esemplare non presenti né sensori né videocamere, muovendosi perciò come se fosse privo di vista. Segue essenzialmente quello che le è stato insegnato, attraverso una settimana di addestramento. Quella che potrebbe sembrare una parentesi piuttosto breve di allenamento corrisponde in realtà a circa un anno di esercizio fisico per un umano. 

Quello progettato dalla Oregon State University è il robot che detiene il record di velocità, ma non è il primo che si cimenta nella corsa. Prima di lui c’è stato Atlas della Boston Dynamics, in grado di percorrere 1,5 metri al secondo ma con salti e capriole degni di un ginnasta. Prima ancora Mabel dell’Università del Michigan, il robot bipede dotato di ginocchia più veloce al mondo (3,6 metri/secondo). Chissà che in futuro non arrivi qualcuno in grado di battere i record di Bolt.

Angelo Papi

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