Colpito con una pistola, attimi di terrore per un professionista: ha gareggiato in Italia

Colpito con una pistola, attimi di terrore per un professionista: ha gareggiato in Italia. Un incidente che ricorda da vicino altri drammi recenti

Ormai è diventato un tema caldissimo, perché ogni volta che i ciclisti si allenano in strada rischiano grosso. Non importa se sono amatori o professionisti, come Ivan Ramiro Sosa che nelle ultime ore è stato protagonista di un fatto di cronaca drammatico.

Colpito con una pistola
Colpito con una pistola, attimi di terrore per un professionista (Pexels)

Il 25enne scalatore della Movistar si stava allenando vicino a casa sua in Colombia, vicino a Fusagasugà, quando è stato colpito da un camionista con il calcio della pistola, In seguito l’uomo avrebbe anche sparato alcuni colpi in aria. Una circostanza confermata dal dipartimento di polizia di Cundinamarca, come ha riferito Radio RCN.

Mentre stave pedalando, Sosa è stato aggredito fisicamente dal conducente di un autocarro, imbufalito perché il ciclista lo aveva rimproverato per le sue manovre pericolose in strada. Così lo ha percosso sul mento con la pistola prima di ripartire.

Quando è stato rintracciato, l’autotrasportatore ha riferito di essere stato provocato, perché Sosa gli avrebbe spruzzato in faccia l’acqua della sua borraccia e poi avrebbe coloito il vetro con una pietra. Quindi sulla vicenda indagherà la polizia locale che dovrà verificare le versioni di entrambi. Il ciclista in ogni caso è stato portato in ospedale dove gli è stata suturata una ferita di circa 3 cm nella mascella e poi è stato dimesso.

Colpito con una pistola, attimi di terrore per un professionista: Sosa ha corso con Bernal in Italia

La conferma è arrivata anche dal Team Movistar, squadra World Tour in cui milita il sudamericano: “Ivan Sosa è stato curato per lesioni al mento in un centro medico a Fusagasugá, suo luogo di origine, dopo l’incidente che ha subito. Il ciclista del Movistar Team è sempre rimasto cosciente. Quando avremo maggiori informazioni le comunicheremo“.

Il colombiano, dopo aver corso da dilettante in Italia, era passato professiomnsita nel 2017 con la Androni-Sidermec diretta da Gianni Savio e lì è rimasto per due anni prima di passare al Team Sky. Ha corse tre anni in quella che poi è diventata la Ineos Grenadiers e dal 2022 è nell’organico dela Movistar.

Al suo fianco, In Italia come alla Ineos, anche Egan Bernal che lo scorso anno proprio a gennaio era stato protagonista sempre in Colombia di un drammatico incidente in allenamento. Era andato a sbattere contro un bus che si era arrestato alla fermarta. Lunghi mesi di degenza, con il rischio di non tornare più in bici, e poi la lenta ripresa con il rientro alle corse durante il Giro di Danimarca 2022.

Ivan Ramiso Sosa
Ivan Ramiso Sosa ha corso anche in Italia (Sportitalia.it)

Quest’anno Bernal ha rimesso nel mirino il Tour de France, da lui vinto nel 2019 prima di trionfare anche nel Giro d’Italia 2021. Secondo il quotidiano ‘Marca’ debutterà a fine gennaio nella Vuelta a San Juan, in Argentina, e poi a marzo correrà la Parigi-Nizza e il Giro di Catalunya. Prima del Tour de France 2023, anche il Giro del Delfinato.

Incidente Sosa, quante analogie con la morte di Davide Rebellin; le parole della moglie

Quello che è successo a Ivan Sosa ricorda molto da vicino la tragedia di fine novembre 2022 che è costata la vita a Davide Rebellin, travolto in allenamento da un camion. L’autopsia ha confermato che la causa della sua morte va ricercata unicamente nell’impatto con il mezzo pesante anche il suo autista, il 62enne Wolfgang Rieke, ha detto di non ricordare bene cosa sia successo.

In attesa che l’inchiesta faccia il suoi corso, le parole commoventi e pesanti della sua vedova, Françoise Antonini. Intervistata dal settimanale Oggi aveva spiegato i problemi accusati dal marito negli ultimi tempi e la fatica che doveva fare per vivere.

L’Agenzia delle Entrate aveva fatto ricorso per la presunta evasione fiscale da cui era stato in primo grado assolto. La somma di denaro da ripianare con il fisco era ingente e per questo la mattina stessa dell’incidente prima di uscire con la sua bici per allenarsi era passato in banca per un prestito. Sul conto non c’erano più soldi, aspettava una risposta che non è mai arrivata “Davide è stato trattato ingiustamente fino alla fine. Anche la sua morte è stata orribile e ingiusta”.

Davide Rebellin
Davide Rebellin (Sportitalia.it)

La vedova però sa che stava molto male per la situazione: “Me l’hanno fatto a pezzi dentro, prima di ucciderlo. Da quando l’ho conosciuto, ci sono sempre stati problemi, cause, avvocati. Tutto era ingiusto, e sottolineo ingiusto”.

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