Il 27enne tennista romano fa chiarezza sul tipo di rapporto che lo lega a Jannik Sinner. Le sue dichiarazioni sorprendono gli appassionati
Una domanda che spesso gli appassionati di tennis si pongono è se sia possibile che tra atleti che si incontrano e si affrontano più e più volte nel corso dell’anno esistano veri rapporti di amicizia. Negli anni d’oro del tennis italiano non sfuggivano ai più le ampie differenze caratteriali che crearono una notevole distanza tra i due più autorevoli rappresentanti della racchetta azzurra, Adriano Panatta e Corrado Barazzutti. Forti entrambi ma sotto l’aspetto caratteriale uno agli antipodi dell’altro. E come allora, anche oggi tra i nostri giovani campioni emergono differenze di mentalità e di carattere.
Non è infatti sfuggito ai più come il rapporto tra i due talenti più brillanti del tennis italiano, Matteo Berrettini e Jannik Sinner, non sia caratterizzato da quella che si suol definire una sincera e profonda amicizia. Anzi, in un recente passato da più parti si è ipotizzato che tra i due non corresse buon sangue. Niente di tutto questo: tra il ventunenne talento di San Candido e il ventisettenne atleta romano c’è un profondo rispetto reciproco. Per il resto è quasi impossibile pensare a una possibile sintonia: riservatissimo e metodico uno, estroverso e viscerale l’altro.
Non potrebbero essere più diversi di così, Sinner e Berrettini. E in effetti nel corso di un’intervista rilasciata a Style Magazine, l’ex finalista di Wimbledon ha ammesso candidamente come il suo rapporto con Jannik Sinner sia piuttosto distante da un qualsivoglia tipo di amicizia. Confermando comunque la stima e il rispetto reciproco tra i due.
Berrettini ha prima fatto un accenno alla relazione con gli altri due grandi talenti del tennis azzurro, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti con i quali esiste invece un solido rapporto di vera e sincera amicizia. “Conosco entrambi da tanto tempo, quasi da ragazzini e siamo tutti e tre molto legati“.
Discorso completamente diverso invece per Jannik Sinner: “Con lui mi capita di parlare di meno ma credo sia un fatto inevitabile. Non si può essere amici di tutti“. Ciò non toglie che quando capita di difendere i colori azzurri con la Nazionale, in particolare nella sfide valide per i turni di Coppa Davis, i due nostri campioni siano sempre pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro e ad aiutarsi quando c’è bisogno. L’amicizia ovviamente è tutta un’altra storia.
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