Se nel calcio tutto è relativo, nel senso che non conta essere forti in sé ma semplicemente esserlo più degli altri, allora al 22 luglio il vincitore assoluto del mercato è Massimiliano Allegri. La Juventus per ora non è migliorata granché, anzi al momento si può dire che sia rimasta allo stesso livello nel complesso, ma da generale che se ne va in guerra Allegri ha adottato il concetto per il quale la priorità sia danneggiare il nemico, a tutti i costi.
Nella testa di Max il nemico giurato era e resta l’Inter, non tanto per juventinità, non solo per la presenza dell’ex sodale Marotta a cui solo 3 mesi fa negli spogliatoi rinvolgeva strilli di malaugurio per la qualificazione in Champions, ma anche perché più prosaicamente Allegri sono due anni che ripete credendoci o meno che l’Inter è la favorita per la scudetto. E dunque se nel calcio tutto è relativo, se non puoi diventare forte come l’avversario che ritieni più forte, allora l’altro passo è renderlo più debole per tirarlo giù al tuo livello.
Al di là di quanto possa effettivamente servire Lukaku alla causa allegriana – e per carità serve, perché con un totem simile Allegri si sente ancora più giustificato a sistemarsi in difesa per poi dare palla lunga e contropiede a uno che tenga occupata tutta la difesa avversaria – ma quando addirittura già a maggio il mister juventino si è speso personalmente per accalappiare il belga, è evidente che fosse ugualmente importante per lui l’intenzione di rovinare i piani all’Inter. E ci è riuscito bene Allegri, sapendo che aveva di fronte un fuscello volubile alle correnti, turbato dalle panchine di Champions e volubile alle voci di ribellione alimentate dalla mamma. E chissà quanto la serenità di Lukaku non sia stata molestata anche nella finale stessa, quando è entrato a partita in corso e a insaputa di tutti già covava il grande tradimento sentendosi giustificato perché non considerato la prima scelta.
Insomma Allegri ha vinto su ogni piano, perfino avendo un elemento di disturbo nella serenità dell’Inter di giocarsi la finale di Champions.
Se poi riuscirà effettivamente ad arruolarlo Lukaku, allora sarà vittoria totale.
Ma attenzione perché l’operazione propedeutica all’arrivo di Romelu, ovvero la cessione di Vlahovic al PSG, adesso è in pericolo: i parigini hanno contattato l’Atalanta per Hojlund, un profilo che si sposerebbe perfettamente con il credo di Luis Enrique. La base di partenza è 60 milioni di € più variabili, e il PSG ascolta attentamente. Se davvero questo matrimonio si facesse, sarebbe clamoroso, togliendo il terreno di trattativa sotto i piedi della Juventus e di Lukaku. Che a quel punto virerebbe e aspetterebbe una big europea in cerca di una toppa d’emergenza, probabilmente il progetto originario del belga. Anche se con l’esclusione clamorosa di Mbappé dalla tournée asiatica del PSG, decadrebbe per il belga il sogno che il Real Madrid venga a bussare in difficoltà…