Europa League, non solo le italiane: il Leverkusen “vede” Dublino

Una della più luminose versioni della moderna Europa League, a metà del guado verso le semifinali, resta ancora aperta in un ventaglio di epiloghi differenti. Non solo a Roma e a Bergamo il destino appare complicato da decifrare, nonostante l’impresa dell’Atalanta a Liverpool. Londra e Marsiglia porteranno in scena il secondo atto di uno spettacolo che all’andata dei quarti di Europa League, tra Lisbona e Leverkusen, non ha tradito le attese.

Al London Stadium il West Ham di David Moyes attende la corazzata di Xabi Alonso, fresca vincitrice della Bundesliga per la prima volta nella sua storia. Alla Bay Arena non c’è stata storia: dominio assoluto del Bayer Leverkusen e Hammers pressoché inoffensivi per 90 minuti. Ma il 2-0 è un divario troppo sottile per affrontare la seconda manche con consapevole leggerezza. Lo è ancor di più se il ritorno si gioca con l’asfissiante supporto dei 60mila infuocati tifosi del West Ham.

Non semplice da leggere è anche e soprattutto il match di ritorno tra Benfica e Marsiglia. Al Velodrome – a proposito di palcoscenici incandescenti – l’OM tenterà di ripartire dal buon secondo tempo di Lisbona, suggellato dal gol di Aubameyang che ha tenuto vive le speranze degli uomini di Gasset. Con il campionato ormai lontano dalle aspirazioni delle Aquile e in coda alle eliminazioni in entrambe le coppe nazionali, energie e stimoli convogliano totalmente verso l’Europa League, per provare a conquistare una competizione continentale che manca da oltre 60 anni a Lisbona.

Se il Bayer Leverkusen potrebbe già avere un piede in semifinale di Europa League, dato soprattutto il trionfo dell’andata, non si può dire lo stesso di OM e Benfica. Gli uomini Schmidt tecnicamente hanno probabilmente qualcosa in più, ma la spinta del Velodrome è stata spesso, se non sempre, determinante.

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