Conte è la vera speranza per il Napoli. De Laurentiis ricompatta tutti. Ma che cosa c’entrano Juve e Milan, Sud e Nord?

Antonio Conte ostaggio dei neo borbonici che montano l’ennesima polemica fittizia fra Sud e Nord. Un allenatore sarà pur libero di scegliere dove andare, così come una società, con la stessa libertà, potrà decidere di assumerlo o meno. Sembrerebbe facile, invece non lo è. Mormorii, elucubrazioni, fantasie che partono sempre dai “soliti noti” che amano ormai da tempo rinverdire una polemica tra latitudini del nostro Paese che alberga solo nei loro cuori perché, in realtà, nessuno li pensa. O meglio, tutti parlano dell’affare, ma solo per la sorpresa che desta l’accostamento fra due personalità fortissime come quelle di Aurelio De Laurentiis e di Antonio Conte. Di questo si tratta. La speranza è che il matrimonio duri nonostante i tanti nodi già sciolti: quantità dell’ingaggio (circa sessanta milioni lordi in tre anni), giocatori incedibili (Kvara), clausola di libertà sulla quale c’è ancora mistero. Insomma, nulla di insormontabile, ma certamente di complesso da affrontare. Eh no, secondo i fantasiosi sceneggiatori del famigerato odio Sud-Nord ci sarebbero invidie e “fegati spappolati” in giro per la pianura Padana perché Antonio Conte “doveva” andare alla Juve o al Milan. Nessuno è però riuscito a offrire riscontro su queste ipotesi. Anzi, la Juve si è premurata per tempo (da febbraio) di chiudere la stagione dei “cavalli di ritorno” e di proiettarsi su Thiago Motta che piaceva anche al Milan, ma i bianconeri erano evidentemente in vantaggio. Le scelte dei rossoneri sono virate su altri allenatori senza mai sfiorare il discorso Conte. E allora? Soliti mestatori di acidità, gente a cui piace infiammare inutilmente rivalità per interessi personali. Magari si tratta degli stessi “esperti” che fanno a gara nel criticare De Laurentiis per poi zittirsi nelle conferenze stampa in cui il presidente dispensa le sue rabbiose dichiarazioni contro tutti. Fortunatamente ci sono le eccezioni, ma si contano con le dita di una sola mano. Oppure fanno parte di quel glorioso drappello che a inizio stagione 2022-23 piangeva per l’addio di Mertens e lanciava strali contro presidente e allenatore (Spalletti) per aver smantellato un’intera squadra. Peccato che il frutto di quello smantellamento fu lo scudetto, però l’indomito drappello fece una cosa semplicissima: saltò immediatamente sul carro dei vincitori per poi ridiscenderne nell’ultima stagione in conseguenza dello sfacelo avvenuto nel Napoli post tricolore. E adesso, attenzione all’ennesimo ribaltone: tutti compatti col presidente nel nome di Conte. Insomma intenditori. Sui quali non è nemmeno giusto esprimere commenti. Nel calcio si assiste a discese impervie e rapide risalite, ma risparmiateci il livore su temi importanti che non c’entrano assolutamente nulla e diventano ostaggio dei vostri mutevoli pensieri.
Paolo De Paola

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