Dramma Djokovic, non si dà pace: "È stato orribile" (Screen Youtube Ubitennis) - Sportitalia.it
Il serbo intravede la fine e si autoflagella: “Speravo che non succedesse”. È durata appena novanta secondi
Il Re è morto. Ora è risorto. No, è morto di nuovo. A Djokovic si fa il funerale, sportivamente parlando, a giorni alterni. In quelli liberi si proclama la sua resurrezione. Bisogna dire che lui ci mette del suo, così si fa fatica a esprimere un giudizio chiaro. Ciò che si dice oggi, domani potrebbe già non avere alcun valore. È l’età, la sua più che la nostra. 37 anni, quasi 38 e problemi fisici pressoché continui.
Quasi un miracolo il fatto che sia ancora lì a sfidare ‘sta banda di sbarbati. È un fuoriclasse non per caso, lo è anche adesso che il viale del tramonto sta diventando sempre più una solida realtà. A Miami è andato a un passo dal titolo numero 100, ma di fronte – a proposito di sbarbati – si è trovato un Mensik da paura che potrebbe essergli figlio.
Pazienza, è il nuovo che avanza contro il vecchio, di cui lui è il massimo rappresentante, che fa a botte per resistere. Ma contro la genetica è una battaglia persa, caro Novak. Forse la sconfitta col ceco è stata più dura di quello previsto. Fisicamente e mentalmente. Al Masters 1000 di Montecarlo, al quale ha deciso di partecipare per la prima volta in carriera, si è presentato malandato.
“La mia presenza qui era in dubbio per un’infezione a un occhio e un virus con cui ho dovuto fare i conti nel corso dell’ultima settimana”, aveva detto prima di scendere in campo. Sulla terra rossa del Country Club di Roccabruna è durato un battito di ciglia, due set imbarazzanti contro il cileno Tabilo. Forse era davvero meglio restarsene a casa.
Djokovic ci è sempre sembrato uno molto critico con se stesso, del resto se non lo sei come fai a raggiungere i livelli incredibili che ha raggiunto lui. Dopo il match ha fatto mea culpa, è stato severissimo sulla sua prestazione.
“Quella di oggi è stata molto simile alla mia peggiore giornata – ha detto Djokovic – Speravo che non succedesse, ma c’era un’alta probabilità che giocassi in questo modo, è orribile. È una sensazione orribile giocare in questo modo, e mi spiace per tutte le persone che hanno dovuto assistere a tutto questo”. La conferenza del serbo è durata qualcosa come 90 secondi, 90 secondi in cui è riuscito a lasciare il segno come non ci era riuscito in campo.
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