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Morata sul caso Fagioli: “Non l’ho mai aiutato, gli voglio bene e spero possa rimediare ai suoi errori”

Alvaro Morata prende le distanze dal caso scommesse. Il centravanti spagnolo ex Milan, oggi in forza al Galatasaray, era stato tirato in ballo dalle ricostruzioni giornalistiche delle chat di Nicolò Fagioli. In particolare, in una conversazione con l’ex compagno di squadre nelle giovanili Zanandrea, il centrocampista ex Juve e oggi alla Fiorentina, parlava di un “Alvaro” che lo aiutava nella compravendita degli orologi, strumento attraverso il quale venivano nascosti i debiti di gioco.

(Lapresse) – Sportitalia.it

Le parole di Morata

Un ruolo che Morata smentisce con forza: “Ho visto le informazioni che stanno uscendo su di me e ci tengo a chiarire che l’unica cosa in cui ho aiutato Fagioli in questi anni è dandogli consigli sula sua carriera, come amico e persona con più esperienza di lui. Non ho mai saputo niente della sua situazione. Voglio molto bene a Nicolò e spero possa rimediare presto a tutti i suoi errori, però io non ho niente a che vedere con la sua situazione e prego di non diffondere notizie false o bugie. Ripeto: smentisco tutte le informazioni che sono uscite perché sono FALSE. Grazie”.

Fagioli sul caos scommesse: “Ho pagato il debito con la giustizia, ora chiedo rispetto”

Questo il messaggio di Fagioli: “Ho pagato il mio debito con la giustizia. Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta. Ho sopportato il peso di aver commesso qualcosa di brutto. Di aver deluso tutte le persone che credevano in me.

Ormai non è certo una novità: senza alcun vittimismo, ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia e questa non è assolutamente una giustificazione. Ma vedere ora tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi. No, stavolta tutto questo non è giusto. Ho sbagliato, ho pagato, senza aver fatto male a nessuno se non a me stesso e alle persone accanto a me. E come ogni persona che sbaglia e paga, ho tutto il diritto di rialzarmi. Tutti, anche chi scrive oggi, possono cadere e commettere errori. L’importante è saperlo riconoscere e credo che la forza di un uomo stia nel sapersi rialzare. Avevo 19 anni all’epoca dei fatti e la ludopatia aveva preso il sopravvento su di me. Me ne sono pentito, ma la vita mi ha dato una seconda opportunità e la vorrei cogliere, avendo già scontato tutto ciò che dovevo scontare.

Chiedo rispetto adesso, dopo aver affrontato un processo, preso una giusta condanna. Chiedo scusa a tutti i colleghi, a tutti gli amici che, a causa dei miei errori si trovano, loro malgrado coinvolti o nominati – anche se solamente in una riga di giornale – in questa situazione solo per avermi aiutato. E ringrazio la Fiorentina, la Juventus, gli amici e la mia famiglia, che non hanno mai smesso di supportarmi e aiutarmi in un momento difficile. Anche se li ho sicuramente delusi. Non ritornerò più sull’argomento, adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo”.

Federico Calabrese

Federico Calabrese, classe 2000, è un giornalista pubblicista. In libreria è uscito con “Volare libero”, l’autobiografia di Gianluca Pagliuca e con “Istinto puro”, l’autobiografia di Sébastien Frey.

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