Evolution Fight: Rosolini sono!_di Luca Tramontin
Luca Tramontin sul ring con il vincitore del main event Giuseppe Gennuso (ph. Faton Agolli)
Disclaimer-Time Saver: non spendo righe per scalette, dettagli e record di un meeting che è andato in diretta su DAZN e che è corredato di ottima stampa.
Poco sapendo di Muay Thai, ma molto portato a colmare il buco ho accettato un invito ampiamente targato Sportitalia: collegatore, ideatore dell’abbinamento con Sport Crime Giuseppe “Peppe” Errante. Anni fa Michele Criscitiello mi aveva detto: «Parla con lui, ti troverai bene». Grazie Sior Dirétor.
Per essere precisi, l’incontro è stato preceduto e seguito da una serie di “scambi” sulle origini geo-famigliari di tutti e 4, la quarta (in parte sicula) ovviamente Daniela Scalia.
La mia sintesi, la mia visione
Uno spettacolo, sportivo, organizzativo, umano, geografico, olfattivo, identitario. Non sono facile agli aggettivi “larghi”, non inflaziono i termini, li uso a proposito e piuttosto con un grado in meno.
L’esultanza di Giuseppe “Peppe” Gennuso, vincitore del Titolo Europeo Lion Fight (ph. Faton Agolli)
Il meglio dell’impostazione familiare e di quella industriale
Nauseato dalle scuse tipo “mancano i mezzi” quando in realtà mancano solo le persone per usarli, ho visto come si coinvolge un paese, una comunità in uno sport geograficamente remoto, per avere la più giusta e meritata visibilità internazionali.
Attenzione, non parlo di una terra perfetta, ma di una macchina umana perfetta in una terra difficile, scarsa di infrastrutture, di alberghi grandi, di industrie, di pioggia. Ma scarsa anche di scuse e vittimismo.
La successione degli incontri è stata scorrevole, tutti gli inevitabili intoppi (immagino, perché non li ho visti) sono stati risolti senza che il pubblico televisivo e fisicamente presente ne avesse percezione, il catering è stato portato senza scavalcamenti di tempi, con orgoglio locale, finezze papillari, continuità e fierezza istruttivamente regionale.
Ha vinto il bimbo di casa, Giuseppe Gennuso, contro un avversario duro e molti segni sul viso, in una piazza da racconti letterari e seriali (Montalbano, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Iron Maiden, ti veniva in mente di tutto) aperti a ogni citazione e ricordo.
Una piazza che lo tifava, ma gli metteva anche la pressione-macigno di vincere per le pietre del suo posto: le persone riconoscenti hanno sempre qualche dovere agonistico in più.
Giuseppe Gennuso in azione nella magnifica piazza barocca di Rosolini gremita (ph. Faton Agolli)
La cura per gli “altri”
Gli “ospiti” come me sono stati sistemati con intelligenza e finezza psicologica. A me e Daniela per esempio è stato assegnato un “runner” (parola orrenda, la dico per ironizzare) esperto del suo luogo, nonché papà di Giuseppe Gennuso: ci ha spiegato, raccontato, presentato, introdotto.
Gli highlights dell’esperienza? troppi.
Se vogliamo stare allo sportivo-manageriale estraggo questo flash di Bruno Botindari (coordinatore tecnico nazionale e del locale Trinacria Team di Muay Thai) che gestiva tecnicamente l’angolo, durante le pause interagiva con la regia internazionale, con i conduttori, con la pubblica sicurezza.
Sorridendo e scherzando.
Ripeto
Sorridendo e scherzando.
Ripeto ancora.
Sorridendo e scherzando.
Segue (anche su Sport Crime, con immagini di Thai e un intero episodio nella terza stagione).
Il titolo di questo “articolo” è anche il titolo dell’episodio.
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