Diritti tv (Getty Images)
Serie A, è partito il bando per l’assegnazione del pacchetto 2 con tre gare da trasmettere in co-esclusiva. I club vogliono incassare 100 milioni
La quiete dopo la tempesta. Il calcio italiano, squassato dallo tsunami della superlega, sta provando faticosamente a ritrovare un minimo di coesione. L’occasione per rimettere insieme i cocci è il bando per la cessione dei diritti tv del pacchetto 2 del campionato di Serie A per il triennio 2021-2024. Un percorso iniziato ufficialmente ieri e che si concluderà all’inizio della prossima settimana.
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I termini del nuovo bando sono gli stessi del precedente: la base d’asta stavolta è di 150 milioni a stagione, un prezzo comunque molto più alto rispetto a quanto realisticamente le società sperano davvero di ottenere. Le previsioni di incasso della Lega di Serie A si attestano intorno ai 100 milioni di euro. La precedente proposta di Sky, rifiutata dall’assemblea a fine marzo scorso, si era fermata a 87,5 milioni come media annuale. La speranza dei 20 club della massima serie è che possono ora riaffacciarsi nuovi potenziali acquirenti: Mediaset su tutti, probabilmente anche Amazon fino a Discovery, da cui è atteso un rilancio significativo nelle prossime ore. Le partite interessate dal pacchetto 2 sono tre: quella del sabato alle 20.45, della domenica alle 12.30, il cosiddetto lunch match e il posticipo del lunedì sera.
La vicenda dei diritti tv per il prossimo triennio resta l’argomento di discussione più importante all’interno della Lega. C’è attesa per l’esito dei ricorso presentato da Sky contro la cessione del pacchetto principale a Dazn che si è assicurata sette gare in esclusiva su dieci a settimana. Le possibilità che l’azione legale intentata dal colosso televisivo di Comcast abbia successo sono ridotte al luminicino, per questo nessuno tra i presidenti di società sembra preoccuparsene. Resta in piedi la questione dei rapporti, ulterormente deterioratisi, tra le società dopo il tentato ‘golpe’ di Juventus, Inter e Milan. Il presidente di Lega, Paolo Dal Pino, dopo aver lanciato pesanti accuse alle tre grandi, sta ora cercando di tessere la tela diplomatica nel tentativo di ricucire i rapporti tra i dirigenti. Del resto, il calcio italiano non può fare a meno delle grandi tradizionali: l’unica strada percorribile è ritrovare compattezza intorno a una visione comune.
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