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Pugilato, scoppia il caso Brolli: perde e finisce sotto inchiesta per i tatuaggi

Rischia una sanzione, forse anche la radiazione, il pugile triestino Michele Broili che nel match di Trieste per il titolo dei superpiuma – perso – ha messo in mostra tatuaggi nazisti

Michele Broili, il pugile triestino al centro di un’inchiesta (Foto Instagram account personale)

Michele Broili è un personaggio discusso e forse discutibile. Ha le sue idee, non le nasconde e anzi, le espone con un certo orgoglio e notevole senso della provocazione. Ma ora i suoi tatuaggi inneggianti al nazismo potrebbero costargli cari.

Broili, un pugile discusso

Il pilota triestino era inserito ieri nella card della riunione del PalaChiarbola di Trieste che assegnava diversi titoli importanti, tra questi la cintura italiana dei superpiuma che vede Broili impegnato contro il pugile italiano di origine marocchina Hassan Nourdine. Il match si è chiuso ai punti con un verdetto netto anche se non unanime a favore di Nourdine (due 98-91 e un 95-96) che conquista così un titolo vacante. Ma la vera notizia è stata la comunicazione che la FPI, la federazione pugilistica italiana, ha diffuso al termine della riunione.

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Il comunicato della federazione

“La FPI – si legge nella nota – condanna e stigmatizza con forza e perentoriamente il comportamento del proprio tesserato Michele Broili e si dissocia da ogni riferimento che i tatuaggi offensivi dallo stesso portati evochino. Tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal Codice di Comportamento Sportivo del Coni (art.5). Per questo la Federazione si riserva di sottoporre agli Organi di Giustizia Federali tale comportamento affinché ne sia, nelle opportune sedi, valutata la contrarietà rispetto allo Statuto e ai Regolamenti Federali e vengano adottate le opportune misure sanzionatorie anche a tutela dell’immagine della Federazione Pugilistica Italiana. Riservandosi, altresì, ogni opportuna azione”.

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Tatuaggi vietati

I tatuaggi sono una scelta permanente, e questo contrasta in modo inevitabile con il regolamento della federazione, che poi è l’applicazione di un regolamento internazionale che vieta l’esposizione di qualsiasi simbolo, motto o immagine che inneggino a nazismo, fascismo, razzismo o odio sociale.

I tatuaggi di Broili sono inequivocabili. Tra i tanti compaiono il totenkompf, la testa di morto esposta tra i fregi dei gerarchi nazisti, le SS stilizzate. Ma anche alcune scritte in simboli runici e gotici tra i quali la scritta “Ritorno a Camelot”. La scritta si riferisce al raduno quinquennale di skinheads e nostalgici al centro in passato di molte polemiche. Sconfitta nella corsa al titolo a parte, Broili rischia una sanzione e forse la radiazione.

Mauro Marchina

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