Auto elettriche, sgravi fiscali in vista: chi inquina poco pagherà meno tasse

Auto elettriche, sgravi fiscali in vista: chi inquina poco pagherà meno tasse. Questo è uno scenario plausibile per il prossimo futuro

Ci si domanda spesso quale sia la ragione principale o le ragioni per le quali il mercato delle automobili elettriche faccia molta fatica a decollare, soprattutto nell’area dell’Europa mediterranea. Diversamente dai paesi scandinavi, in Italia gli automobilisti sono ancora molto legati ai veicoli dotati di motore endotermico.

Auto elettriche
Auto elettriche (Ansa)

Le auto spinte dai combustibili fossili tradizionali, benzina e diesel, sono ancora in posizione di monopolio sul mercato. E la sensazione è che almeno in Italia poco o niente sia destinato a cambiare da qui ai prossimi anni. Secondo gli esperti del settore le macchine a motore endotermico la faranno ancora da padrone.

Uno dei motivi che invitano i cittadini a ritardare la svolta in senso ecologico potrebbe riguardare una politica fiscale che non spinge gli utenti verso un cambiamento così importante e radicale. E un recente studio in tal senso sembra confermare questa ipotesi.

Una delle principali conclusioni di una ricerca realizzata da Transport & Environment (TE), think tank indipendente che promuove i trasporti sostenibili afferma che in Italia le tasse sulle automobili di proprietà siano troppo slegate dal principio ‘chi inquina di più paga’ e quindi non favoriscono la riduzione delle emissioni di CO2.

Il documento, intitolato The good tax guide, ha confrontato i sistemi di tassazione delle automobili private e delle flotte aziendali nei Paesi europei. Le politiche fiscali, evidenzia TE, possono giocare un ruolo decisivo per orientare il mercato automobilistico verso modelli più ecologici, in particolare verso le vetture elettriche.

Auto elettriche, deve cambiare la politica fiscale: gli sviluppi

Elettrico
Auto elettriche a batteria (Ansa)

Tuttavia, in molti casi la fiscalità sulle auto non è correlata, o lo è molto poco, ai criteri ambientali e alle emissioni di anidride carbonica. Un esempio di fiscalità italiana che non sostiene la diffusione di veicoli più puliti, scrive TE, è la tassa di immatricolazione, slegata dal potenziale emissivo di gas serra, al contrario di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi europei.

Altro punto negativo per il sistema italiano di tassazione sulle auto, è che in Italia si continuano a incentivare gli acquisti di veicoli tradizionali con emissioni fino a 135 grammi di CO2 per km.

Mentre il sostegno economico per le immatricolazioni di nuove auto elettriche è definito “modesto” da TE, nel paragone con diverse altre nazioni.

Auto elettriche, lo stratagemma per far decollare il mercato

In questa fase iniziale di sviluppo della mobilità elettrica, affermano gli analisti, per favorire la crescita e l’aumento dei volumi di vendita dei modelli a batteria bisognerebbe far crescere il carico fiscale complessivo sulle auto più inquinanti e alleggerire il carico fiscale sulle auto più pulite.

Un altro studio, sempre realizzato da TE, mostra quali sono i Paesi che incentivano maggiormente i veicoli privati a zero emissioni. Malta, Danimarca, Norvegia, Grecia e Romania sono i Paesi che hanno i differenziali fiscali più ampi.

In sostanza, hanno un carico fiscale molto pesante sui veicoli tradizionali e bonus molto generosi per chi acquista modelli elettrici. Grazie ai bonus, infatti, si può generare un carico fiscale negativo che amplifica il differenziale complessivo rispetto alle vetture con motori endotermici.

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