La Juventus di Allegri non gioca a calcio

La gara di Bergamo ieri ci ha dato una certezza: la Juventus di Allegri non è vera Juventus. La squadra bianconera ha mostrato la peggiore versione di sé stessa, puntando solo e solamente a pareggiare la gara contro un’Atalanta tutt’altro che nella sua miglior versione. Allegri e i suoi hanno giocato a distruggere le trame altrui, abbassare il ritmo e provare il più possibile a non far giocare la Dea. Obiettivo riuscito a metà, perché solo la fortuna ha salvato la Juve da una sconfitta meritata.

LA JUVENTUS CHE VUOLE ALLEGRI

Dopo un avvio “diverso” con una squadra più aggressiva, Massimiliano Allegri ha deciso di tornare al buon vecchio modo di (non) giocare a calcio. La sua Juventus, rea di aver perso la gara di Reggio Emilia perché “farfallina”, ha smesso improvvisamente di produrre azioni offensive. Col Lecce ancora qualcosa si era visto perché era obbligatorio portare a casa tre punti, a Bergamo la Juve è stata offensivamente nulla. Al di là di due tiri comodamente parati da Musso, la squadra di Allegri si è preoccupato di presidiare gli spazi, tenere il pallone il più possibile per far scorrere il tempo, impedire all’Atalanta di alzare il ritmo.

Paradigmatico di questo atteggiamento è il comportamento di Rabiot che poco oltre la metà del primo tempo, rinuncia, completamente da solo, a controllare un pallone schizzato casualmente nell’area della Dea per guadagnare un angolo. Segnale inequivocabile di come la squadra fosse stata catechizzata dal suo tecnico: meglio non perdere che vincere. Non ne ha fatto mistero Allegri, nemmeno nel dopo gara, lui come i suoi giocatori si sono mostrati soddisfatti e sazi di un pareggio. Niente di più lontano dalla storia del club.

NESSUNA GIUSTIFICAZIONE

In molti si sono poi affrettati a giustificare l’atteggiamento della Juventus con le assenze o la mediocrità del materiale a disposizione di Allegri. Ma nulla può essere giustificabile di fronte ad una prestazione così povera di contenuti. Le assenze di Milik e Vlahovic non posso giustificare la totale mancanza di produzione offensiva.
Allegri ha preparato la gara della sua Juventus senza mai immaginare una squadra vincente a Bergamo. E non basta il problema di una rosa “non all’altezza” di tenere certi ritmi. La Juve di ieri ha rinunciato a prescindere a vincere. Un atteggiamento non può essere accettabile in uno sport dove l’obiettivo è arrivare al successo. Ancor meno accettabile se la squadra che lo assume si chiama Juventus.

Si tratta solo dell’ennesimo episodio horror dal ritorno di Allegri alla Juventus. Il ritorno sulla panchina bianconera assume sempre più i contorni del disastro tecnico. E se pure i giocatori al termine di 90 minuti di sofferenza, nei quali solo l’insolita imprecisione dì Koopmeiners li ha salvati, sono soddisfatti del pari, beh allora manca davvero la voglia di essere una squadra importante. Non solo mancano i risultati, mancano le prestazioni, manca l’ambizione, e forse quest’ultima è la più grande della colpe della Juventus, ma almeno questa non è di Allegri.

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