ESCLUSIVA SI Paolillo: “Superlega come gli Harlem Globetrotters. Lautaro? Riserve non all’altezza”

Dai temi caldi in casa Inter, su tutti l'infortunio di Lautaro Martinez che si è aggiunto alle cattive notizie del post-sconfitta contro il Bologna in Coppa Italia (il Toro salterà la gara di domani contro il Lecce e presumibilmente quella successiva contro il Genoa) alla Superlega, tornata al centro della cronaca e della critica in queste ore: l'ex amministratore delegato nerazzurro, Ernesto Paolillo, ha parlato in esclusiva a SPORTITALIA.

La sconfitta con il Bologna come la analizza?

"Lo considero un incidente di percorso, niente di più. Mi auguro che Lautaro torni prima possibile, perché semplicemente è il più forte fra gli attaccanti che abbiamo. Gira e rigira, ma gli attaccanti che abbiamo sono due…".

Si parla sempre della lunghezza della rosa nerazzurra. Ma ora che manca il Toro ci si accorge che davanti la coperta è un po' corta, non trova?

"Siamo stati molto fortunati a veder esplodere subito Thuram. Non è colpa sua, ma manca ancora un pochino di esperienza al francese, la sta acquisendo e sta avendo sempre più peso. Le alternative a loro due ora come ora non sono all'altezza".

Considerando questo e la rosa a disposizione, Inzaghi la convince per come sta gestendo il turnover?

"Con il Bologna Lautaro andava messo, ha fatto bene. Lui conosce bene la situazione dei suoi attaccanti e dunque se lo ha messo è perché voleva avere qualche speranza di vittoria, altrimenti avrebbe scelto altri. Un attacco senza l'argentino è senza dubbio molto chiaro, molto evidente".

L'Inter si è esposta sul voler sostituire Cuadrado a gennaio. Vista la bravura dei dirigenti nel cogliere le opportunità, si aspetta che a fari spenti possa arrivare anche qualcuno davanti?

"Ausilio è estremamente bravo, Marotta addirittura stratosferico. Sono quindi convinto che se si presenterà l'occasione giusta, la coglieranno al volo. Sanno scegliere, sono bravi. Beppe è il numero uno, inutile girarci attorno".

Teme l'Atletico di Simeone?

"Un sorteggio difficile. Non sono fra quelli che cantano vittoria perché abbiamo pescato l'Atletico e non il Real. C'è un aspetto in particolare che non depone a nostro favore".

Ovvero?

"L'Atletico non ti fa giocare, blocca davvero il gioco degli avversari. Questo ci farà soffrire, mi auguro che Inzaghi trovi le contromosse giuste. Ci aspetta una trasferta difficilissima, però ce la possiamo giocare. Se tutti saranno in forma al momento giusto".

L'anno scorso già in tempi non sospetti lei vedeva l'Inter da finale di Champions. Quest'anno?

"Sì, anche se siamo un po' più deboli dello scorso anno. Insisto: non è colpa dei dirigenti dell'Inter, ma un conto è l'attacco Lautaro-Lukaku, un altro è quello attuale. A voler esagerare sa quale attacco mi sarebbe piaciuto?".

Quale?

"Lukaku e Lautaro, con Thuram pronto ad entrare".

Che immaginiamo fosse l'idea iniziale della dirigenza, prima del caos con il belga.

"Esatto. E' andata così, ma sono stati molto bravi a trovare il francese e l'allenatore ad inserirlo così bene nei suoi schemi".

Che ne pensa della Superlega?

"E' indubbio che ci sia stato un monopolio da parte di Uefa e Fifa. Che ci siano dei problemi all'interno del mondo Uefa nella distribuzione dei fondi lo è altrettanto, altrimenti questo scontento che ha fatto scatenare tutto, non ci sarebbe stato. Mi lasci però dire una cosa".

Prego.

"Questa è la rivolta dei ricchi, non del calcio. O meglio: la rivolta dei ricchi del mondo del calcio. Il fascino di una Champions è unico. Magari si possono ottenere delle divisioni più soddisfacenti degli utili da parte dell'Uefa, ma siamo sinceri: i tornei europei attuali permettono a tutti di competere in base alle proprie forze ed aspettative. La Superlega così come è stata pensata rischia di ricordare i tornei degli Harlem Globetrotters: ci sono loro e poi gli altri a fare da sparring partner, questo non va bene".

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