Pioli, che diavolo fai? Milan, rinforza la società: pazza idea. Napoli, non era un ciclo ma un caso. Sassuolo e Udinese, presunzione fatale

Bastano i 180 minuti con la Roma per salutare Pioli e indicargli, gentilmente, la strada di casa. Più grave, però, è che la società non se ne fosse accorta fino a quel momento e abbia deciso di silurarlo solo per la figuraccia in Europa League. Invece, come scriviamo da mesi, il futuro a prescindere non poteva essere con Pioli. Il Milan esce ridimensionato da questa stagione che non poteva essere considerata positiva solo per un secondo posto e per qualche partita vinta con Lecce, Verona e Fiorentina. Questa squadra non è mai stata in corsa per nulla e anche con il piano B dell’Europa League ha rimediato una figuraccia che nessuno poteva ipotizzare. Pioli doveva essere esonerato un anno fa, insieme a Maldini, da lì bisognava ripartire senza perdere un anno. Adesso c’è grande incertezza sul futuro e se i nomi sono quelli che circolano meglio pagare la pensione a Sacchi e metterlo in panchina, affiancandogli Ramaccioni team manager e Vittorio Mentana a fare l’ufficio stampa con Pippo Sapienza. Viviamo di ricordi e facciamo prima. Cardinale dice che vuole costruire un Milan vincente ma deve fare i fatti e fare chiarezza sui ruoli in società. L’arrivo di Ibra ha portato solo confusione. Il ruolo di Furlani va spiegato: si occupa di calcio o di azienda? L’allenatore lo sceglie Ibra, Furlani, Moncada o votiamo in base all’umore dei tifosi? Troppe anime in una società non fanno bene. Zlatan se non decide l’allenatore dovrebbe dimettersi perché uno come lui deve incidere e decidere. Se deve fare l’uomo immagine è messo male. Tanto vale che prendesse il posto di Mino Raiola e si metteva a fare un altro mestiere. Intanto stasera il Milan può consegnare lo scudetto all’Inter. Uno schiaffo morale, niente di più. Il Milan questo schiaffo se lo merita. Il tifoso milanista non può essere come un classico tifoso della Salernitana. Lo scorso anno la Salernitana rovinò la festa al Napoli che vinse una settimana dopo a Udine. Il Milan non può godere di queste piccole vittorie; roba da deboli. Che l’Inter vinca e festeggi. Il Milan deve pensare a ricostruire una squadra vincente e uno staff tecnico all’altezza. Una pazza idea per la società: ovviamente non è una notizia ma un folle suggerimento. L’Inter ha vissuto le sue fortune con Marotta. Il Milan ha bisogno di un leader. Un nome? Adriano Galliani. Certamente non ha più 50 anni ma il club deve tornare a prendere potere in Lega. Galliani ce l’ha. Deve costruire lo stadio e serve potere in politica. Galliani ce l’ha. Il Monza di Berlusconi rischia di diventare il Monza degli stranieri al 70% e al netto che Galliani ama il Monza, ama anche il Milan. Cardinale farebbe un capolavoro a chiudere Galliani Amministratore Delegato, Ibra Direttore tecnico e Antonio Conte in panchina. Questo sì che sarebbe un Milan pronto a vincere tutto.

Il Napoli è uno strazio. Da Garcia a Mazzarri fino a Calzona. Può arrivare anche Guardiola ma questo Napoli è spremuto e morto nel giorno della festa scudetto. Uno scudetto, come ha dimostrato questo campionato, frutto di due fattori: del caso e del miracolo di Spalletti e Giuntoli. I napoletani si offendevano quando lo scorso anno dicevamo e scrivevamo che aprire i cicli a Napoli era quasi impossibile. La squadra era forte ma lo scorso anno tutti hanno reso il 300% del proprio reale valore. Quelle annate che non accadono per programmazione ma per miracolo divino sportivo, non c’è una spiegazione ma ogni 10-20 anni ti esce la stagione perfetta. Succede anche nelle categorie inferiori. Un anno a mille, neanche loro sanno il perché e poi l’anno dopo si sgonfia tutto. Non sono progetti ma altro. Il Napoli non ha la società e non ha la proprietà per restare ad altissimi livelli in serie A. Tra le prime 4-5 ci sta ma per lottare con costanza per lo scudetto no.

In basso alla classifica è stata la domenica del Lecce che vince 3-0 a Reggio Emilia con il Sassuolo e ipoteca la salvezza. L’Empoli spera, il Cagliari è sulla strada giusta, al Frosinone serve un miracolo. Le vere delusioni sono Sassuolo e Udinese. Due società che ci avevano insegnato a fare calcio ma che in un anno hanno sbagliato tutto. Frutto della presunzione societaria e di scelte sbagliate sugli allenatori, giovani e impreparati. Carnevali, dopo la morte di Squinzi, si è messo sulle spalle tutta l’azienda calcistica della Mapei. La società però si è sgonfiata e la squadra è una pena con tanti mezzi calciatori che negli anni sono stati miracolati. Infortunato Berardi è sparito il Sassuolo. Aver confermato a lungo Dionisi è stata una scelta presuntuosa di Carnevali che doveva capire molto prima che i miracoli li fa solo De Zerbi. Il Sassuolo era De Zerbi, poi ha vissuto di rendita un paio di anni e alla fine i nodi vengono sempre al pettine. Squadra scarica, senza idee, senza voglia, senza cattiveria con troppa gente che ormai va in campo solo per timbrare il cartellino. Stessi errori di presunzione commessi dall’Udinese. Pozzo è un genio ma il tempo passa per tutti e il suo ruggito sta venendo meno. Mandare a casa Pierpaolo Marino, uomo di esperienza nelle difficoltà soprattutto, è un errore di valutazione che alla lunga paghi. Confermare Sottil è stato il secondo errore, riprendere Cioffi il terzo. Poi aggiungi che la squadra non è più forte come un tempo e ti accorgi che anche l’Udinese rischia di andare in B. Negli ultimi 30 anni solo 5 squadre hanno fatto sempre la serie A senza mai retrocedere: Milan, Inter, Roma, Lazio e Udinese. Appunto la Capitale d’Italia, la seconda Capitale d’Italia e una piccola cittadina dove non atterrano neanche gli aerei. Ora Cannavaro. Avanti il prossimo.

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