Antonio Conte è un sottile stratega. Come tale ha esercitato la sua abilità nel post partita del big match di San Siro contro l’Inter, nel tentativo di far passare come “lotta di classe” un problema che in quel momento stava riguardando solo il Napoli, cercando addirittura di coinvolgere nel discorso tutti gli altri allenatori, al punto che qualche minuto più tardi anche chi aveva “usufruito” della potenziale svista, ovvero Simone Inzaghi, è stato sollecitato sull’argomento, quasi come se avesse dovuto dare ragione a quello che sarà con grande probabilità il suo rivale designato per la lotta scudetto dei prossimi mesi.
Inzaghi non ha abboccato, rinviando da fondo campo il più lontano possibile dalla “zona di pericolo” e demandando ogni eventuale battaglia mediatica a chi dovrebbe avere l’incarico di occuparsene, ovvero la società. Una linea decisa da parte delle due contendenti, ma diametralmente opposta, sottolineata nei giorni a seguire dalle rispettive posizioni presidenziali, e che andrà ad animare con ogni probabilità i prossimi mesi di una stagione “vecchio stampo” in cui le due rivali si daranno battaglia non solo sul rettangolo verde. In pieno stile italiano: se ne sentiva la nostalgia.
Con la metà di novembre si aprono anche i primi scenari di mercato, con la Juventus indicata come principale protagonista soprattutto a causa dei tenti infortuni che hanno colpito il reparto difensivo di Thiago Motta. Nonostante la sessione sia tutt’altro che imminente, i primi nomi plausibili hanno già fatto capolino, soprattutto in relazione alla loro attuale situazione con i rispettivi club di appartenenza. A questo proposito possiamo sottolineare come nel caso di Victor Lindelof del Manchester United non si siano registrati, perlomeno al momento, contatti di alcun genere. Lo svedese ha un contratto in scadenza con i Red Devils nel prossimo mese di giugno, e con ogni probabilità l’intenzione è quella di valutare eventuali proposte solo quando questo sarà scaduto. Prima di allora tenterà di convincere il nuovo tecnico Ruben Amorim di poter essere un elemento importante per la rinascita della squadra. Del resto Amorim è portoghese, e proprio a quelle latitudini, anche se con la maglia del Benfica, Lindelof aveva attirato su di sé l’attenzione dei principali club del Vecchio Continente.
L’infortunio occorso a Mauro Icardi offre un paio di scenari interessanti da approfondire. Il primo si riferisce all’opportunità che il Galatasaray possa intervenire sul mercato, magari andando alla ricerca di calciatori della serie A che apprezzerebbero l’opportunità di potersi mettere in luce con una maglia prestigiosa come quella dei turchi, con una tifoseria così passionale, e con una vetrina europea che li vede protagonisti assoluti.
Il secondo è invece una riflessione amara rispetto alle vicissitudini professionali dell’attaccante argentino. Uno che ha fatto gol letteralmente in ogni circostanza della sua carriera, e che avrebbe potuto scrivere pagine ancora più importanti rispetto a quanto ha fatto, se solo avesse avuto una gestione diversa da quella della (ex?) moglie Wanda Nara. Fatico a ricordare una scelta che si sia rivelata azzeccata, tornando indietro sino ai tempi in cui infrangeva record con la maglia dell’Inter. L’esposizione mediatica che portò al cambio di capitano da parte dei nerazzurri, l’inevitabile cessione susseguente, i problemi personali vissuti a Parigi che sfociarono in un altro addio fino alla rinascita con la maglia del Galatasaray. Una scelta azzeccata, quella del Gala, con la quale (non è un caso) la moglie agente non c’entrò nulla. Due anni in Turchia, caterve di gol e due campionati che lo hanno eretto a idolo incontrastato del club. Fino alle nuove vicende di gossip sulle quali preferiamo stendere un velo pietoso. Un centravanti di questo livello, rischia di essere ricordato più per questa telenovela infinita che per il livello che è stato in grado di raggiungere precludendogli anche lo sbocco con la maglia della Nazionale. Avrebbe meritato ben altro.