Il palcoscenico era quello delle grandi occasioni: il Foro Italico gremito, l’atmosfera incandescente, le attese che si accavallavano come nuvole cariche di tensione.
Jannik Sinner tornava a calcare i campi dopo tre mesi di sospensione, ed era già una notizia. Ma il suo rientro è stato qualcosa di più: una corsa emozionante che lo ha portato fino all’ultimo atto degli Internazionali d’Italia. Dall’altra parte della rete, però, c’era Carlos Alcaraz, il fenomeno spagnolo che proprio sulla terra battuta ritrova la sua massima espressione. La finale ha offerto uno spettacolo a due facce. Il primo set è stato da cineteca: scambi interminabili, colpi spettacolari, due set point annullati da Alcaraz, che ha poi chiuso il parziale al tie-break. Lì si è spezzato qualcosa: nella mente e nel fisico di Sinner, che nel secondo set ha ceduto di schianto, racimolando appena un game.

Il 6-1 finale non racconta tutta la storia, ma restituisce l’immagine di uno spagnolo in stato di grazia e di un italiano ancora alla ricerca della miglior condizione. Per Sinner, arrivare in finale era già oltre le aspettative. Lui stesso aveva dichiarato di puntare a due o tre partite, non di certo alla domenica conclusiva. Ha giocato con le vesciche, ha evitato la trasferta di Amburgo e ora può preparare al meglio il Roland Garros. La sua prova a Roma, per quanto terminata in “lacrime”, è un segnale forte: la vetta è ancora sua, e la voglia di rivincita è già pronta a esplodere in Francia.
Sinner-Alcaraz, Bertolucci ammutolisce tutti: “Non può esserci amicizia”
Parole nette, profonde, quasi scolpite nella carne. Quelle di Paolo Bertolucci, ex campione e oggi voce tecnica tra le più autorevoli del panorama italiano. Lo scrivo col sangue: sulla terra, il miglior Alcaraz batte il miglior Sinner – ha dichiarato in un’intervista a Fanpage, tagliando corto con le polemiche e le speranze gonfiate. Secondo il vincitore della Coppa Davis del ’76, non c’è molto da interpretare: “Quando sali di livello, arriva l’esame vero. E l’esame era Alcaraz”.

Il punto di vista di Bertolucci è stato lucido, per quanto crudo: “Sinner ha tenuto per più di un’ora, poi è calato, com’era prevedibile. Era venuto a Roma al buio e ha giocato una finale. Meglio di quanto si aspettasse. Non è scemo: sa che dall’altra parte c’era uno che ha vinto Parigi e Wimbledon, sette Masters 1000. Anche al 100%, ci sta di perdere”. Sulla rivalità tra i due infine, Bertolucci ha smorzato i toni sui mancato contatto tra i due durante la squalifica dell’altoatesino: “Non può esserci un’amicizia vera, qui c’è rivalità profonda. Ma anche rispetto. Sanno cosa significa arrivare dove sono. Si cercano polemiche dove non ci sono”.






