Negli ultimi giorni abbiamo scoperto che Carlos Alcaraz non è un supereroe. Lo spagnolo l’ha combinata veramente grossa e tutto il tennis è rimasto allibito.
Il 2025 ha rappresentato per Carlos Alcaraz l’anno della piena maturità. Dopo una stagione 2024 segnata da alti e bassi e dal duello serrato con Jannik Sinner, lo spagnolo ha saputo riprendere in mano le redini del circuito e tornare al primo posto del ranking mondiale. A soli 22 anni, il talento di Murcia ha già dimostrato una continuità impressionante, costruendo il suo dominio mattone dopo mattone. Le vittorie più significative sono arrivate nei tornei dello Slam, dove Alcaraz ha confermato di essere un giocatore capace di esaltarsi nelle grandi occasioni. La vittoria al Roland Garros, ottenuta contro Sinner in una finale intensa, ha certificato la sua capacità di difendere un titolo prestigioso e di confermarsi sulla terra rossa parigina.

Sul cemento, lo spagnolo ha trovato altri successi importanti: la cavalcata a Cincinnati, conclusa con il ritiro in finale proprio di Sinner, ha aggiunto un trofeo di grande peso alla sua collezione, mostrando una tenuta fisica e mentale superiore rispetto a molti rivali. A ciò si aggiunge la solidità espressa nei Masters 1000 e negli altri tornei del circuito, che hanno permesso a Alcaraz di costruire un vantaggio importante in classifica. La sua crescita non si misura solo con i titoli, ma anche con la capacità di gestire i momenti di pressione e di dimostrarsi leader in ogni contesto. Tuttavia, nonostante questa supremazia, lo spagnolo ha dovuto fare i conti con una battuta d’arresto significativa proprio negli ultimi giorni, che ha avuto un peso decisivo per tutto il tennis europeo.
Laver Cup, la sconfitta che pesa: Alcaraz strapazzato da Fritz
Alla Laver Cup 2025, disputata al Chase Center di San Francisco, il Team Europe partiva con i favori del pronostico grazie a una rosa stellare che includeva campioni come Carlos Alcaraz, Alexander Zverev, Holger Rune e Casper Ruud. Eppure, nonostante la qualità, il risultato finale ha visto il trionfo del Team World, guidato da Andre Agassi, che ha approfittato delle cadute dei leader europei nei momenti chiave. La sconfitta più rumorosa è stata proprio quella di Alcaraz, battuto dall’americano Taylor Fritz. Lo spagnolo, chiamato a fare la differenza come numero uno al mondo, non è riuscito a imporsi e ha lasciato sul campo un punto pesantissimo che ha inciso sul morale e sulle sorti del suo team. Una battuta d’arresto che ha sorpreso molti, visto il livello di forma mostrato da Alcaraz nelle settimane precedenti.

Il colpo di grazia, però, è arrivato dalla sconfitta di Zverev, anch’egli piegato da Fritz in un altro singolare decisivo. La doppia caduta dei due principali pilastri europei ha consegnato al Team World un successo meritato, dimostrando ancora una volta come questa competizione, pur esibitiva nella formula, riesca a regalare sorprese e a incidere sul prestigio dei campioni coinvolti. Per il Team Europe resta l’amarezza di un’occasione sprecata e la consapevolezza che anche i fuoriclasse possono inciampare nei momenti inattesi. Per Alcaraz, in particolare, si tratta di un campanello d’allarme: il suo dominio resta saldo, ma le crepe emerse alla Laver Cup sono un promemoria che il tennis moderno non perdona distrazioni, nemmeno a chi siede sul trono del mondo






