Dall’NBA arriva una notizia che ha lasciato tutti senza parole, Michael Jordan per primo fatica a crederci davvero.
Ogni tanto lo sport sa sorprenderti in modi che nessuno si aspetta, infatti ci sono momenti in cui la realtà sembra quasi giocare con la storia, ribaltando ciò che pensavi fosse ormai scolpito nella memoria collettiva. Questa volta è toccato al mondo del basket, che s’è ritrovato improvvisamente scosso da un record che, senza ombra di dubbio, non molti avrebbero immaginato possibile.

La cosa curiosa è che la notizia non riguarda un titolo, una finale epica o una giocata destinata ad entrare nei video highlights, ma qualcosa di più silenzioso e sorprendente. L’immagine che molti hanno in testa è quella di Michael Jordan che vola verso il canestro, elegante e feroce allo stesso tempo, un giocatore che ha cambiato per sempre la percezione stessa del basket. Jordan non era soltanto un realizzatore, era un simbolo, un’icona capace di trascinare intere generazioni.
Michael Jordan non riesce a crederci
Se c’è un aspetto del gioco che non è mai stato la sua specialità assoluta, quelli sono gli assist. MJ sapeva servire i compagni quando serviva, certo, ma il suo talento naturale era un altro: segnare, dominare, decidere.
Ed è proprio per questo che la notizia arrivata domenica ha colpito tutti così forte. Nikola Jokic, il centro serbo capace di far sembrare semplice qualsiasi gesto tecnico, ha superato Michael Jordan nella classifica degli assist di tutti i tempi della NBA. Non un passatore qualunque, ma un lungo moderno, trentenne, che gioca il basket con una calma sorprendente e una lucidità che spesso spiazza gli avversari. Con gli 11 assist distribuiti nell’ultima gara, Jokic ha portato il suo totale in stagione regolare a quota 5.363. Tre in più di Jordan e pari al totale raggiunto da Chauncey Billups, un altro nome importante nella storia della lega.

La cosa che rende tutto ancora più interessante è il modo in cui Jokic è arrivato a questo traguardo. Per lui l’assist non è un gesto accessorio, è una scelta naturale, quasi un’istintiva lettura del gioco che gli permette di anticipare movimenti e spazi come se avesse un secondo campo nella testa. E questa sua visione, nel tempo, ha riscritto il ruolo del centro, trasformandolo in un regista aggiunto, uno capace di costruire gioco invece che limitarsi a finalizzare.
I tifosi, però, quando hanno visto il sorpasso nella classifica, sono rimasti increduli. Non perché Jordan fosse un mastino degli assist, ma perché vederlo superato in qualsiasi lista statistica fa sempre un certo effetto. È un po’ come se ogni record legato a MJ fosse custodito da una sorta di aura mitologica, quella stessa aura che gli ha permesso di diventare l’immagine stessa dell’NBA nel mondo. Vederlo scalzato, anche solo di poche unità, crea sempre una piccola scossa emotiva.
Eppure lo sport continua a vivere di questi intrecci, di nuove generazioni che riscrivono pezzi di storia mentre le vecchie leggende restano lì, intoccabili nel loro mito ma sempre più circondate da campioni che hanno voglia di lasciare un segno. Jokic, con la sua naturalezza, sembra essere uno di quelli destinati a farlo ancora a lungo. E questa classifica, oggi, ne è la prova più evidente.






