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Pogacar, sentenza glaciale: per lui è impossibile, carriera finita

Per Tadej Pogacar arriva una sentenza che pesa come un macigno, una di quelle che possono cambiare per sempre lasua carriera.

Quando si parla di Tadej Pogacar il rischio è sempre lo stesso, quello di dare tutto per scontato. Vince, domina, attacca quando vuole e sembra farlo con una naturalezza disarmante. Infatti negli ultimi anni il campione sloveno ha riscritto molte regole non scritte del ciclismo moderno, mescolando talento puro, intelligenza tattica e una fame che raramente si vede a questi livelli. Però, come spesso accade anche ai più grandi, arriva un momento in cui il presente non basta più e il futuro inizia a bussare con insistenza.

Tadej Pogacar sentenza spietata
Pogacar fermato sul più bello, arriva una sentenza spietata (Foto IG @tadejpogacar
– sportitalia.it)

Pogacar è ancora giovane, eppure ha già costruito un palmarès che farebbe impallidire intere generazioni di corridori. Le sue vittorie non sono mai state banali, senza ombra di dubbio. Ogni successo è arrivato con un’impronta chiara, riconoscibile, quasi arrogante nel senso più nobile del termine. Attacchi da lontano, gestione perfetta delle tre settimane, capacità di soffrire quando serve e di affondare il colpo nel momento giusto. Tutto questo ha contribuito a creare attorno a lui un’aura speciale, quella riservata ai fuoriclasse veri.

Ecco come cambia la carriera di Tadej Pogacar

Negli ultimi mesi, però, attorno al suo nome si respira un’aria diversa. Non di crisi, attenzione, ma di attesa. Un’attesa carica di significati, di confronti inevitabili con la storia e con chi, prima di lui, ha provato a spingersi oltre certi limiti. Pogacar lo sa bene, perché è uno che il ciclismo lo studia, lo rispetta e lo conosce. Sa perfettamente che ogni scelta, da qui in avanti, avrà un peso specifico enorme.

Gli obiettivi di Pogacar, infatti, sono noti a tutti. Dopo aver conquistato quattro Tour de France, il suo sguardo è fisso su un traguardo che va oltre la semplice vittoria. Punta al sesto Tour, un numero che nel ciclismo non è soltanto una cifra, ma un simbolo. Sarebbe un’impresa mai riuscita a nessuno, ed è proprio per questo che il sesto Tour viene spesso definito “maledetto”. La storia insegna che i più grandi si sono fermati a cinque, proprio sul più bello.

Tadej Pogacar carriera
Pogacar vuole il sesto Tour de France, quello maledetto (Foto IG @tadejpogacar
– sportitalia.it)

Le leggende del ciclismo hanno tutte sbattuto contro questo muro invisibile. Da Merckx a Hinault, fino ad arrivare forse al più emblematico di tutti, Miguel Indurain, capace di vincere cinque Tour de France consecutivi tra il 1991 e il 1995. Un dominio impressionante, che sembrava destinato a durare per sempre e che invece si è interrotto proprio quando il sesto titolo appariva a portata di mano. Da allora quel numero è diventato una sorta di confine sacro, invalicabile. Il sesto Tour de France, come detto, è quello definito maledetto, nel ciclismo lo sanno tutti ma Pogacar vuole infrangere questo muro.

Ecco perché per Pogacar questa rappresenta una vera e propria sentenza sportiva. Non scritta, ma chiarissima. O riuscirà a riscrivere la storia del Tour de France, oppure dovrà convivere con il peso di un sogno sfiorato. Senza ombra di dubbio non sarà una sconfitta in senso stretto, però cambierà il modo in cui verrà ricordato. Da fenomeno assoluto a leggenda senza precedenti, oppure da campione straordinario che si è fermato dove si sono fermati tutti gli altri.

Il tempo, come sempre, sarà il giudice più severo. Pogacar intanto pedala, vince e continua a inseguire quell’orizzonte che pochi hanno osato guardare davvero. E il ciclismo, ancora una volta, resta in attesa.

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