Alberto Tomba torna a far discutere a 59 anni, perché quando parla non usa filtri e dice sempre quello che pensa.
Alberto Tomba, infatti, non è mai stato uno che le manda a dire. Lo era quando dominava le piste di tutto il mondo, lo è rimasto anche oggi che ha 59 anni e guarda lo sci alpino da una prospettiva diversa, ma con la stessa passione di sempre. La sua voce pesa ancora, eccome, perché parliamo di uno dei più grandi campioni della storia dello sport italiano, un personaggio che ha segnato un’epoca e che continua a far parlare di sé ogni volta che decide di intervenire su ciò che accade nel suo mondo.

Negli ultimi giorni il suo nome è tornato sotto i riflettori non per una celebrazione nostalgica, ma per un giudizio che ha fatto rumore. Tomba, senza ombra di dubbio, non ha digerito una certa narrazione che si sta facendo largo nello sci moderno. E quando non digerisce qualcosa, come spesso è accaduto anche in passato, non si trattiene. Ci va giù pesante, con quella schiettezza che lo ha sempre contraddistinto e che lo rende ancora oggi divisivo, ma autentico.
Alberto Tomba non le manda a dire: è polemica
Per capire il contesto bisogna partire da un traguardo simbolico, uno di quelli che entrano nella storia. L’ingresso in un club super esclusivo, infatti, non è una cosa che capita tutti i giorni. Stiamo parlando del club delle 50 vittorie in Coppa del Mondo, un’élite ristrettissima in cui figurano nomi leggendari come Ingemar Stenmark, Marcel Hirscher, Hermann Maier e, appunto, Alberto Tomba. Campioni che hanno scritto pagine indelebili dello sci mondiale e che rappresentano epoche diverse, ma tutte straordinarie.
L’ultimo ad aggiungersi a questa lista è uno svizzero, Marco Odermatt, originario del cantone di Nidvaldo. La sua recente vittoria nella discesa di Val Gardena ha completato il quadro, diventando l’ultimo gioiello di una carriera già impressionante. Odermatt, infatti, può vantare un oro olimpico in gigante, un titolo mondiale in superG e uno in discesa, numeri che parlano da soli e che lo collocano senza ombra di dubbio tra i grandi del presente.

Chiamato a esprimersi proprio su Odermatt, però, Tomba non si è limitato agli elogi di rito. Anzi, ha voluto puntualizzare alcuni aspetti che, secondo lui, vengono spesso sottovalutati. Il campione bolognese ha ricordato come, nel corso degli anni, molti dei suoi rivali diretti si siano praticamente eliminati da soli a causa di infortuni, un fattore che nello sci fa tutta la differenza del mondo. E non solo.
Tomba ha anche sottolineato come i più diretti concorrenti austriaci di Odermatt abbiano ormai 35 anni o anche più, un dettaglio che incide eccome sulla competitività ad altissimo livello. Secondo Alberto, Marco dovrebbe sfruttare al massimo il tempo che ha ancora a disposizione, approfittando di una fase storica favorevole, però a una condizione ben precisa: non farsi schiacciare dalla pressione e dalla concorrenza, perché nello sci basta poco per cambiare tutto.
Parole che hanno fatto discutere, perché lette da qualcuno come una stoccata, da altri come una semplice analisi lucida di chi conosce profondamente questo sport. Senza ombra di dubbio, Tomba non ha alcuna intenzione di sminuire i successi di Odermatt, ma nemmeno di idealizzarli. Il suo è uno sguardo crudo, realistico, figlio di un’epoca in cui ogni vittoria era una battaglia e nulla veniva regalato.
Alberto Tomba resta così, diretto e scomodo. Anche a 59 anni continua a dire quello che pensa, piaccia o no. Ed è forse proprio questo il motivo per cui, ancora oggi, quando parla lui, tutti stanno ad ascoltare.






