Ha vinto lo scudetto, ora è nelle mani degli usurai: aggressione shock

Ha vinto lo scudetto, ora è nelle mani degli usurai: aggressione shock. Dal campo alle pagine della cronaca nera, vicenda assurda

Un’operazione della Guardia di Finanza, Comando Provinciale di Bologna che ha sgominato un presunto clan di affiliati alle ‘ndrine Piromalli di Gioia Tauro e Mancuso di Limbadi. E misure cautelari a carico di 23 persone con sequestro di conti correnti, beni immobili e quote societarie per 30 milioni di euro.

Ha vinto lo scudetto, ora è nelle mani degli usurai: aggressione shock (LaPresse)

Cosa c’entra tutto questo con il calcio? C’entra perché come racconta oggi ‘La Repubblica’ nella sua edizione di Bologna tra le vittime ci sarebbe stato anche Marco Ballotta. Un nome amatissimo dal pubblico italiano perché ha vestito le maglie di  Bologna, Parma, Lazio, Inter e Modena. In carriera ha vinto uno scudetto a Roma nel 2000, 3 Coppe Italia, una Supercoppa Italiana ma anche 2 Coppe delle Coppe e altrettante Coppe Uefa.

Come racconta il quotidiano, nel 2020 Ballotta aveva un problema con una banca e gli era stata bloccata un’operazione da 250 mila euro. Qualcuno gli indicò Giovanni Battista Moschella (tra i 4 finiti in carcere nell’operazione) che lo mise in contatto con un mediatore creditizio, Roberto Radici. Quest’ultimo, in cambio di 5mila euro, promise di trattare con il direttore della banca.

In realtà dopo aver incassato i soldi non si fece più trovare e quando, mesi dopo,. Ballotta finalmente riuscì a rintracciarlo, arrivò di nuovo anche Moschella. Accusò l’ex portiere di aver parlato male di lui e poi l’aggressione shock. “Vuoi che ti faccia arrivare qualcuno? Stai attento”, parole accompagnate da due pugni al petto. Ballotta non reagì perché intimorito, secondo gli inquirenti.

Marco Ballotta, recordman di longevità in campo (LaPresse)

Ha vinto lo scudetto, ora è nelle mani degli usurai: un destino comune ad un altro ex grande calciatore

Una vicenda che ricorda da vicino quando emerso in questi giorni con un’altra bandiera del calcio italiano, l’ex capitano del Napoli Giuseppe Bruscolotti. Sarebbe tra le vittime di un giro di usura scoperto dai carabinieri che hanno eseguito 11 misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti al clan Volpe di Fuorigrotta.

Tra il 2011 al 2020 l’ex calciatore avrebbe versato 150mila euro dopo che una sua conoscente, titolare di un’agenzia di viaggi, chiese un prestito ad Antonio Volpe, considerato uno storico esponente del clan. Quando la donna non fu in grado di onorare il debito, Volpe chiese a Bruscolotti di accollarselo. E pochi mesi dopo, anche lui si trovò in difficoltà perché il suo ristorante ribattezzato “10maggio 1987” (data del primo scudetto del Napoli) andò in crisi.

Quindi chiese un prestito di 65mila euro, da restituire a colpi di 2.400 o 2.600 euro al mese. Secondo un collaboratore, Bruscolotti pagava il 20% di interessi. “Commentai che il tasso era benevolo, – si legge nelle carte – e Volpe mi rispose che lo aveva fatto perché si trattava del capitano del Napoli”.

Anche l’ex bandiera del Napoli, Peppe Bruscolotti, tra le vittime degli usurai (ANSA)

“Purtroppo quando gli affari vanno male – ha spiegato l’ex capitano del Napoli a ‘La Repubblica – capitano situazioni del genere. Con il senno del poi è facile dire che sarebbe stato meglio non farlo. Ma non lancio appelli, ognuno si assume le sue responsabilità”.

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