Wimbledon: Djokovic in finale, passa su Sinner

Costanza, maestria e spettacolo. Novak Djokovic si conferma una macchina inarrestabile, nel campo 1 di Wimbledon si impone su Jannik Sinner e agguata il pass per la finale. 2 ore e 47 minuti di gioco, che si riassumono con lo score 6-3,6-4, 7-6(7-4). L’altoatesino soffre visibilmente a inizio match, Djokovic in tal senso è bravo a cogliere l’attimo  e aumenta il ritmo. In finale c’è ancora una volta il suo nome, stavolta a sfidarlo ci sarà Carlos Alcaraz, fresco di vittoria su Medvedev.

La partita: Djokovic stratega, Sinner talento azzurro

Un anno dopo e le strade di Sinner e Djokovic si sono nuovamente incrociate sul verde londinese, ma in una fase avanzata del torneo rispetto ai quarti di finale.

Il tempo scorre eppure Nole appare essere in perfetta forma. Sinner è determinato, ma questo non basta per invertire le sorti di un match già inquadrato dall’inizio. Jannik si concede qualche errore di troppo e il serbo si allunga sul 3-0. L’azzurro riesce a tenere il servizio e illude sul 5-3.

Nel secondo parziale Sinner parte bene, ma si fa recuperare rapidamente e termina nuovamente sotto. Con la massima freddezza Djokovic chiude il secondo set grazie al servizio impeccabile.

Sinner c’è, non molla ed è visibilmente nervoso. Cerca la reazione e la trova.mantiene il vantaggio fino al 5-4 ma Nole è instancabile, costringe Sinner al tiè break e si impone per 7-4.

L’altoatesino ne esce certamente amareggiato, ma maturato. Qui a Wimbledon Sinner ha dato l’ennesima dimostrazione che il suo talento azzurro ha ancora ampi margini di crescita.

I numeri di Djokovic a Wimbledon

Djokovic vuole eguagliare il record di Roger Federer, l’obiettivo è centrare l’ottavo titolo sui campi in erba dell’All England Club. Il numero 2 ATP vanta 33 successi consecutivi nello Slam di Londra. Wimbledon urla il suo nome, e il motivo è chiaro a tutti: vince ininterrottamente dal 2018. La sua ultima sconfitta risale ai quarti di finale del 2017, in cui fu costretto a ritirarsi per un problema muscolare all’avambraccio.

I numeri spaventano perché parlano da se. Il nativo di Belgrado non perde una finale sul campo centrale di Wimbledon dal 2013.

Impostazioni privacy