Ma davvero Bonucci è stato trattato così male dalla Juve? Samardzic e un’Inter che non accetta rialzi in corsa. Mou e Sousa battono i pugni sul mercato

Giocatori ribelli (Bonucci), procuratori ribelli (Mladen Samardzic), allenatori ribelli (Mou, Sousa): il mercato estivo del 2023 non si fa mancare nulla. Pensate che il solo Lukaku ha talmente scombussolato i piani dell’Inter da creargli forti rimpianti per la partenza di Dzeko e un buco davanti difficilmente rimediabile. Però sarebbe semplicistico vederla in questo modo. In realtà ogni vicenda di questa caldissima estate ha due facce. Fra giocatori persi e trattative false c’è, a volte, un labile dettaglio di cronaca e l’Inter sta facendo ciò che “può” cercando di mascherare ciò che “vorrebbe” fare. Mai come quest’anno, i tifosi nerazzurri sono frastornati da continui colpi di scena. A guardar bene è da un po’ di tempo che l’Inter “lavora” a lungo su alcuni giocatori ritrovandosi poi con la sabbia fra le mani: Bremer, Dybala, Skriniar, Azpilicueta, Pavard, Lukaku Scamacca, Balogun, Taremi sono solo alcuni esempi recenti. Memori di una storica frase di Marotta (“in un mercato, una società tratta anche novanta giocatori”) ci limitiamo ad osservare questa facilità al disimpegno da parte della società quando la trattativa si inasprisce con la considerazione che da un po’ di anni l’Inter non è più una società “normale” e per riuscire a concludere affari con gli occhi attenti su financial fair play e situazione debitoria è necessario compiere autentiche acrobazie economiche. Insomma non è affatto semplice conciliare tutto con i traguardi prestigiosi che comunque restano gli obiettivi di una grande squadra. Prendete l’ultimo caso, l’affare Samardzic. Sembrava ormai concluso e invece il cambio in corsa di procuratore con il padre del giocatore (Mladen) subentrato alla Pimenta ha rimesso tutto in discussione. L’Inter tiene il punto e non cambierà una virgola sull’intesa già raggiunta, ma il sospetto che dietro possa esserci un’altra società è abbastanza forte. In attesa che, dalle mani dell’Inter, continui a scivolare qualcosa, la Juve fa buon viso a cattivo gioco cercando di farsi trovare pronta. Però anche la società bianconera ha i suoi problemi con il recente ricorso di Bonucci che chiede il reintegro nella rosa. Una vicenda abbastanza deludente per il comportamento del giocatore. Abbiamo sempre un certo pudore a considerare opportune le rivendicazioni di taluni milionari profumatamente pagati da anni che pretendono “il minimo sindacale” sul posto di lavoro. Non ci sembra che, a certi livelli, possano diventare “vittime di un sistema” coloro che hanno ottenuto ciò che hanno voluto economicamente tanto da poter guardare con serenità anche al futuro dei propri nipoti (quando ne avranno). Le rivendicazioni sindacali lasciamole a chi ha un lavoro precario o non riesce ad arrivare a fine mese. 

Quando non sono i giocatori o i procuratori, ci pensano gli allenatori a mettere un po’ di pepe sul mercato delle società. Mourinho non ha mai avuto peli sulla lingua e non fa eccezioni adesso. Vuole l’attaccante di stazza imponente che faccia salire la squadra e certamente lo avrà. Forse Zapata o forse qualcun altro. Il portoghese sta battendo i pugni sul tavolo da un po’ e sinceramente non ha ancora ottenuto un mercato soddisfacente. Aspettiamo i prossimi giorni prima di formulare un giudizio definitivo. Abbastanza preoccupato è un altro allenatore portoghese, Paulo Sousa che ha individuato in sei/sette giocatori i rinforzi “minimi” per la Salernitana. Un paio in ogni reparto ma, al momento, tutto tace e manca una settimana all’inizio del campionato che vedrà proprio il confronto fra Mou e Sousa. È davvero uno strano mercato. 

Paolo De Paola

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