Grande risposta alle velleità arabe: mercato sconvolgente, Milan regina e Inter miracolosa. Napoli ancora favorito. La Juve deve ristabilire una costanza di rendimento e di risultati

Abbiamo visto uno dei mercati più interessanti, più anomali, ma anche più rivoluzionari degli ultimi anni. È stata la risposta positiva e propositiva alla bolla araba. Un fenomeno che andrà avanti ancora per molti anni. In Italia si sono percorse altre strade. Alternative interessanti che hanno portato a risparmi e pianificazione per il futuro. Il Milan ha aperto la strada: un’intera squadra, undici giocatori, per rinnovare completamente la rosa senza andare oltre un budget di spesa stabilito. Concretamente, il Milan si è rinnovato con la vendita di Tonali. E aldilà dell’ironia sull’algoritmo, l’unica strada per combattere la scelta dei paperoni arabi che spendono su vecchie cariatidi che fanno pubblico solo per il nome e su pochissimi giovani interessanti, è affidarsi ai numeri. Cifre che raccontano specifiche tattiche e fisiche di tutti i giocatori. E spazziamo via dal campo l’idea di una sorta di intelligenza artificiale che sceglie i giocatori. Non è così. Molte squadre immettono nei loro software i dati che interessano, in rapporto alle esigenze specifiche di gioco e poi visionano da vicino ogni singolo giocatore per approfondirne l’aspetto umano e la capacità di integrazione nel nostro campionato. Altro che Moneyball. Ne è nato un mercato all’insegna della sperimentazione e della ricerca. Quasi tutte le squadre si sono rinforzate rispetto alla scorsa stagione con un saldo attivo (per la prima volta dopo tanti anni) del nostro campionato per le spese sostenute sul mercato. Si è speso meno di quanto si sia incassato. E senza indebolire nessuna squadra. Un’autentica rivoluzione del mercato che ha creato conflitti ovunque con i procuratori e con un vecchio modo di ragionare. Andate pure in Arabia, qui non c’è più spazio per l’arroganza: è sembrato questo il messaggio più forte espresso dal nuovo mercato. La società regina è stata il Milan, ma le altre seguono a ruota. Il Napoli aveva già percorso questa strada con gli acquisti eccellenti e semi sconosciuti nelle stagioni precedenti. La forza della squadra di Garcia si è espressa nell’aver conservato più o meno intatto l’organico che aveva incantato tutti nella scorsa stagione inserendo anche delle piacevoli novità. E complimenti a Zielinski che ha preferito rimanere in un torneo competitivo lasciando alla concorrenza quella che sarebbe stata una seconda scelta per il Napoli. A seguire c’è l’Inter che, sicuramente, ha perso qualcosa per le uscite di Onana e Dzeko inseguendo il miraggio Lukaku. Non ci fosse stata la furberia del procuratore del belga che ha solo fatto perdere tempo ai nerazzurri, probabilmente, Dzeko, sarebbe rimasto cancellando così la ricerca di un attaccante di stazza approdata poi su Arnautovic. In ogni caso Thuram rappresenta una ottima e sorprendente variante tattica. L’Inter ha avuto il merito, in una situazione tutt’altro che florida, di realizzare uno dei migliori colpi di mercato con Pavard che rappresenta un rinforzo considerevole nel reparto difensivo. Ma la vera forza dei nerazzurri sta nel centrocampo rimpolpato oltre che dall’arrivo di Frattesi anche dall’ultimo colpo di mercato: Klaassen.

Discorso a parte merita la Juve. Giuntoli è arrivato tardi, ma ha fatto quel che ha potuto e dovuto. Gli si chiedevano limiti di spesa ben stabiliti e un drastico sfoltimento della rosa che, intendiamoci, è già fortissima e sarebbe competitiva con qualsiasi allenatore in panchina. Giuntoli è riuscito in gran parte a realizzare gli obiettivi che sicuramente avranno sviluppi nella prossima stagione. Ciò che conta, adesso, è riuscire a dare stabilità di gioco e di rendimento a una squadra che si è espressa, per troppo tempo sotto i suoi limiti reali. 

Paolo De Paola

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