Squalificato ma mai positivo al doping, che stangata: 18 mesi di stop

La distrazione può costare cara, soprattutto se reiterata. È successo ad un tennista che ha saltato tre controlli obbligatori.

La lotta al doping è assolutamente sacrosanta. Soprattutto in sport individuali dove la fatica si fa sentire, a maggior ragione se parliamo di una disciplina impegnativa come il tennis. Uno dei casi più clamorosi è assolutamente recente, parliamo del 23 settembre scorso. Come riporta SkySport, Simona Halep è stata squalificata per quattro anni, per due differenti violazioni del codice. La prima riguardava la presenza di una quantità importante di roxadustat, emersa nei test antidoping agli US Open 2022.

L’atleta rumena, inoltre, presentava valori anomali inerenti il passaporto biologico. La tennista aveva parlato di assunzione di un integratore contaminato, ma secondo l’accusa, la giocatrice ne aveva in corpo una concentrazione troppo alta. Halep, dopo la sospensione temporanea, sarà lontana dai campi di gioco fino al 6 ottobre 2026, rientrerà quando avrà già compiuto 35 anni.

Squalificato senza essere positivo: 18 mesi out
Provette dell’antidoping (Ansa) – sportitalia.it

La storia che vi raccontiamo è diversa. Il giocatore in questione non è mai risultato positivo ad alcun controllo. La sua assenza gli costerà un anno e mezzo di sospensione.

Salta tre controlli antidping: Brooksby squalificato per un anno e e mezzo

Leggerezza, distrazione, o forse la necessità di nascondere qualcosa? A questa domanda nessuno potrà mai rispondere ma Jenson Brooksby, tennista Usa che ha compiuto 23 anni lo scorso 26 ottobre, per i tre giudici del Tribunale Indipendente Carol Roberts, Erika Riedl e Kwadjo Adjepong, è responsabile di “un livello elevato di colpa”. Come scrive supertennis.tv, l’atleta è stato sospeso per 18 mesi, non risultando rintracciabile in tre diversi test antidoping.

Il destinatario del provvedimento, sul proprio profilo Instagram, ha ammesso la prima e ultima violazione, dichiarandosi innocente per la seconda. “Mi hanno controllato poche ore dopo la sentenza di squalifica. E’ il mio quinto test anti-doping da marzo 2023, compreso uno al di fuori dello slot di 60 minuti. E non sono mai risultato positivo”, ha precisato il ragazzo ancora sui social.

Clamoroso: mai positivo, squalificato 18 mesi
Jenson Brooksby (Ansa) – sportitalia.it

Il 9 dicembre 2021 l’ITF comunica al giocatore il suo inserimento, a partire dal primo gennaio 2022, nell’International Registered Testing Pool. In sostanza, da inizio 2022 Booksby deve avvisare il sistema ADAMS (Anti-Doping Administration and Management System) di tutti i suoi movimenti, incluse le sedi degli allenamenti o dei luoghi dove va a risiedere durante i tornei. Non solo. Il giocatore deve scegliere un intervallo di un’ora, tra le 5 e le 23 di ogni giorno, nel quale essere disponibile ad un eventuale test antidoping.

Quello che sorprende, in questa storia, è la totale immaturità del ragazzo. Brooksby ha ammesso di non aver né mai aperto la lettera che comunicava la sua inclusione nel sistema Adams, né di aver mai effettuato alcun login. Si è giustificato dicendo di aver delegato il suo agente, Amrit Narasimhan, ad espletare queste pratiche.

Test saltati: le date dei mancati controlli

Queste le date dei tre test nei quali il giocatore, al massimo numero 33 al mondo il 13 giugno 2022, di fatto aveva fatto perdere le proprie tracce. La prima “buca” risale al 19 aprile 2022: il giocatore aveva cambiato campo di allenamento senza avvisare il responsabile dell’ITIA. La seconda violazione è datata 4 giugno 2022.

In quel caso, Enrique Gonzalez Martinez, incaricato di effettuare i prelievi per i test, non trova il tennista in albergo. In questa circostanza, Brooksby ammetterà di aver soggiornato in una stanza doppia che era stata prenotata da un suo compagno, ovvero non era registrata a suo nome.

Il terzo mancato controllo si verifica a gennaio 2023. L’ufficiale antidoping cerca Brooksby, ma nell’hotel indicato il ragazzo non c’è e non si fa rintracciare. Arriviamo così al 23 marzo 2023. Il caso viene affidato all’Independent Review Board, il tribunale indipendente che lo sanzionerà per 18 mesi. Pena che sarà poi confermata dall’antidoping, ritenendo Booksby colpevole di negligenza.

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