Lacrime nel calcio, addio improvviso a 33 anni

Falcidiata dagli infortuni, questa eterna promessa sceglie di fermarsi e dire basta. Al che sorge il dubbio: sono più i rimpianti per ciò che non è stato o sono maggiori le gioie che ci ha regalato?

“Non posso più illuminare la tua oscurità. Tutte le mie foto sembrano sfumare in bianco e nero. Mi sto stancando e il tempo si ferma davanti a me; congelato qui sulla scala della mia vita”. Sono le struggenti e meravigliose parole di una vecchia canzone che vedeva duettare Sir Elton John e George Michael. E si prestano alla perfezione per raccontare quanto accaduto negli ultimi giorni.

la disperazione dei tifosi
Per i tifosi è stato un colpo al cuore (foto Ansa) Sportitalia.it

Alan Dzagoev un tempo brillava come stella promettente nel firmamento del calcio sovietico ed europeo. La sua giovinezza lasciava intravedere trionfi e gloria, ma la realtà si è rivelata crudele, infrangendo le sue speranze.

Questo ex bambino prodigio proveniente dalla remota regione della Ossezia Settentrionale-Alania, una volta considerato la speranza del calcio russo, ha dovuto porre la parola fine su una carriera che non ha mantenuto le attese.

Alan Dzagoev, già a sedici anni, si immerge nelle acque impetuose del calcio professionistico con il Kryl’ja Sovetov Samara. Il suo debutto avvenne il 29 aprile 2006, in una partita persa contro il Tjumen’, ma la sua presenza non passò inosservata: 37 partite e 6 gol nella Pervyj divizion, la seconda divisione russa.

Il destino lo chiama nella capitale nell’estate del 2007, quando il CSKA Mosca lo accoglie a braccia aperte. È qui che Dzagoev intreccia indelebilmente il suo destino co quello del club, sollevando trofei e scrivendo pagine d’oro nella storia della società. Tre campionati russi, quattro coppe nazionali e altrettante supercoppe adornarono la sua carriera sotto i riflettori del CSKA Mosca.

La Grecia come ultima tappa

Ma come spesso accade, il culmine della sua carriera rimane impresso in un singolo momento magico. Durante una partita di Champions League contro il Manchester United, il 4 novembre 2009, Dzagoev segnò da un angolo angusto, un gol destinato a restare nel cuore dei tifosi.

Quattordici anni di amore e legame con la città di Mosca giungono a una fine amara, con il passaggio al Rubin Kazan, segnato da rimpianti e rimorsi. E poi, la breve parentesi con il PAS Lamia, destinata a scivolare via come sabbia tra le dita.

il calcio rinuncia a una sua promessa
Alan Dzagoev, talento inespresso (foto LaPresse) Sportitalia.it

Il palcoscenico greco si è rivelato essere il teatro dell’addio. Con soli 16 minuti giocati in due partite, Dzagoev ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Un’annunciazione struggente, pervasa da un’atmosfera malinconica, è giunta attraverso un comunicato ufficiale del team greco.

I sogni infranti e i dolori fisici accumulati nel corso degli anni hanno spinto Dzagoev a ritirarsi, un addio che risuona come una sinfonia di note tristi nel teatro del calcio.

La carriera dell’immarcescibile Dzagoev può aver avuto alti e bassi, ma il suo contributo al calcio rimarrà indelebile. Ora, mentre si prepara a chiudere questo capitolo, il calcio saluta un’icona e un giocatore che ha scritto il suo nome nella storia di questo meraviglioso sport.

 

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