Sulle orme di Arrigo. Una sola strada per la gloria

Non c’è vittoria, senza la bellezza. E in Italia non c’è tifoseria che non ne sia convinta più dei Milanisti. Stefano Pioli è avvisato. Perché chi ha pianto di gioia e di dolore per Van Basten, ha goduto con Savicevic, ha visto Shevchenko e Ronaldinho, non può accontentarsi del Milan di Roma. Del Milan senza Giuoco, rigorosamente con la U, come diceva il vero ispiratore di questa filosofia, il presidente Berlusconi. E ora che la qualificazione in Champions è ormai pressochè chiusa, il famoso patto per Dublino riparte dalla gara di giovedì contro lo Slavia Praga. L’Europa League per salvare la stagione, anche discretamente bene. L’Europa League per lasciare un segno nella storia di un club che non l’ha mai vinta. Ma come detto, questa squadra, con così poca qualità, non è all’altezza di sperare di competere con Liverpool e Bayer Leverkusen. Serve un’inversione di tendenza. Serve cambiare radicalmente i principi di un 11 che oggi in campo sembra sempre più sparpagliato a caso, come detto dal Maestro Arrigo Sacchi. Serve recuperare il gusto dell’estetica degli anticipi difensivi di Tomori e Kalulu, perfetti nell’anno dello scudetto. Delle sgroppate di personalità del vero capitano di questa squadra, Theo Hernandez.

Dell’affascinante sinistro fatato di Christian Pulisic. Ma soprattutto, tutto l’estro di Rafael Leao. Lui, che in questa rosa,  è Afrodite, la Dea della bellezza. Lui, che con una giocata può trasformare l’impossibile in possibile. Le pietre in oro. I sogni, come quello della finale del 22 maggio, in realtà.

Francesco Letizia

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