Barcellona, Lewa e Yamal le chiavi per i quarti di finale

Barcellona concentrato. Non potrebbe essere altrimenti perché i blaugrana hanno tante analogie con il Napoli. Anzitutto non sono riusciti a difendere il titolo di campioni nazionali in carica, abbandonando troppo presto la corsa per il vertice. La sfida di questa sera si giocherè all’Olimpico Lluis Companys, a Montjuic, non al Camp Nou, che è stato demolito per la costruzione di uno stadio totalmente rinnovato (i lavori sono ancora in corso). Nelle grandi notti di Champions League la truppa di Xavi s’affida ineluttabilmente a Robert Lewandowski che, pensate un po’, nelle ultime 12 presenze ha realizzato 18 gol e sei assist nella fase a eliminazione diretta della competizione. Numeri da capogiro per il fuoriclasse polacco, che ha l’intenzione di continuare a premere sull’acceleratore per prolungare il cammino della truppa di Xavi in questa Champions League.

Giovani forti

In chiave formazione Xavi deve fare i conti con numerose assenze e anche qualche dubbio. Assodati gli indisponibili Pedri, De Jong, Gavi (di fatto il centrocampo titolare, ndr), Balde e Ferran Torres, al centro della difesa ci sarà Araujo. Qualche situazione va comunque reinventata e nel reparto arretrato potrebbe emergere il 17enne Cubarsi. A centrocampo ecco Christensen, che ormai è stato avanzato in stato di emergenza, e Gundogan, il faro che illumina la manovra. Davanti la coppia complementare: il ragazzino Lamine Yamal, 16enne di grandissime e rosee speranze, al fianco dei 35 anni (ma ancora floridi ) di Robert Lewandowski. Nella conferenza stampa della vigilia Xavi l’ha ribadito più volte: “È la partita più importante della stagione. Son 4 anni che la squadra non arriva ai quarti di finale e siamo pronti per quella che è una grande opportunità da affrontare senza paura”.

Serve un Barcellona concentrato, poco svagato e improntato sulla ricerca della verticalità. Ma attenzione alla fase difensiva, molto spesso ballerina nell’interpretazione dei duelli. Sarà determinante non concedere troppi spazi a Osi e Kvara, d’altronde Xavi lo sa che i pericoli passano primariamente da lì.

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