ESCLUSIVA SI Caso Acerbi, l’avv. D’Avanzo: “Realtà distorta dai media per diffondere un messaggio, seppur giusto”

Caso Acerbi, l’avvocato Katia D’Avanzo interviene in esclusiva a SPORTITALIA per parlare della vicenda che ha coinvolto il difensore nerazzurro. Proprio oggi il giocatore ha detto la sua in merito alle tante polemiche scaturite da quanto successo nell’ultimo match fra Inter e Napoli, facendo trasparire la propria delusione per l’accanimento subito da parte di media e critica, prima della decisione del giudice sportivo. In merito, D’Avanzo ci ha aiutato a capire come a volte in Italia ci siano due processi distinti e paralleli, dei quali però uno è condotto in maniera distorta.

Pensa che ci siano stati dei processi mediatici affrettati ad Acerbi, considerando che mancassero da appurare eventuali prove?

“Purtroppo in Italia esiste l’idea del “politicamente corretto” a prescindere dalla realtà oggettiva. La situazione conflittuale che si è creata in un campo di calcio è stata strumentalizzata per diffondere il messaggio giusto e condivisibile dell’odio razziale, ma facendo un uso distorto dei reali fatti di causa e creando così una polemica processuale mediatica. Infatti, attualmente, esistono due tipi di processi”.

Quali?

“Quello reale, che riguarda i fatti di causa così come si sono presentati e quello mediatico, ove ancor prima di avere una sentenza in mano, additiamo il dito su questo o suo quello, così da pulirci la nostra coscienza. Ribadisco una cosa”.

Prego.

“Le vicende di campo e di spogliatoio rimangono vicende di campo e di spogliatoio, esattamente come quando litighiamo in famiglia, non possono esser strumentalizzate al solo fine di creare una visione politicamente corretta non attinente con la realtà”.

Alla vigilia si ipotizzava una squalifica indipendentemente dalle eventuali prove video/audio, dato che il diritto sportivo è meno esigente in tal senso, poi è arrivata una assoluzione totale: che ne pensa?

“Esprimo il parere che l’opinione pubblica diventa molto spesso il vero arbitro del campo, a prescindere da fatto oggettivo. Spesso si ricorre all’opinione pubblica attraverso i mass media, per ottenere consensi che non riguardano i fatti reali, approfittando della fede calcistica che ci appartiene ognuno di noi. Per essere arbitri bisogna fare uno step ulteriore”.

Quale?

“Avere una visione d’insieme, e spesso immedesimarsi anche nella reale situazione di fatto con obiettività e realistica visione d’insieme. Se si vogliono cambiare veramente le discriminazioni che ogni  giorno ci dividono, non si devono usare le carte bollate a tradimento, ma il dialogo che credo sia l’unico strumento che attraverso lo sport possa trasmettere i valori che appartengono a noi Italiani”.

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