Si riaccende il cambio di proprietà dell’Inter ma poi tutti vengono smentiti. Sarà così anche quest’anno? A De Laurentiis non interessa un ciclo vincente: è una questione economica

Anche quest’anno, la ricerca spasmodica di un nuovo padrone per l’Inter non approderà a nulla. Il fondo americano Oaktree è pronto a rinnovare l’accordo con Zhang che rilancia sul futuro. Il punto non è l’Inter, ma quanti dall’alto di studi economici mai dimostrati si cimentano in autentici azzardi numerici per di spostare l’attenzione sulla società al vertice del nostro campionato ottimamente gestita da un fuoriclasse come Marotta. Il discorso vero è però molto più ampio e riguarda la qualità di gestione di ogni singola società. Prendete il Napoli. Focalizzarsi solo sulle esternazioni estemporanee di De Laurentiis distoglie l’attenzione dal tema principale. Il Napoli non potrà mai avere una programmazione pluriennale e non potrà mai permettersi cicli di vittorie alle quali ambiscono tutte le tifoserie per il semplice motivo che non gli interessa minimamente. La rottura a inizio stagione con Spalletti ne è testimonianza. A De Laurentiis sta bene portare l’ingaggio di Osimhen a dieci milioni all’anno, ma solo per venderlo meglio. Non ci pensa affatto per Kvara che al momento guadagna un milione e mezzo. Ovviamente un simile squilibrio in squadra genera malumori e vieta programmazioni. A patto di fare una piccola/grande rivoluzione quasi dopo ogni stagione. Tutto per raffreddare i prezzi evitando escalation nel monte ingaggi. Insomma una strategia precisa che però ha pure la pretesa di far rimanere competitiva la squadra. Attenzione, non abbiamo scritto vincente, ma semplicemente competitiva. Ovviamente una simile programmazione non può essere sbandierata ai quattro venti per cui si procede con strappi continui apparentemente estemporanei ma con l’idea precisa di far rientrare tutto nel quadro economico prestabilito dal presidente. Capirete, una faticaccia incredibile che non facilita alcun dialogo con i tifosi e che si basa sempre su scelte dirigenziali, magari giovani e geniali, ma drasticamente assecondate ai voleri del proprietario che consentirà ben pochi spazi per creatività estemporanea.
Il Napoli è solo un esempio per comprendere quanto possa essere difficile, ma non impossibile guadagnare col calcio. De Laurentiis non compare nella classifica degli italiani più ricchi pubblicata da Forbes. Vi appaiono invece Percassi dell’Atalanta e Iervolino della Salernitana. Potenza delle residenze all’estero e dei tanti fondi che governano il nostro calcio. Siamo in una fase di forte evoluzione che sta cambiando pelle al nostro calcio per il quale solo un patto fra politica, territorio e imprenditoria potrà rappresentare un vero rilancio per il futuro.
Paolo De Paola

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