ESCLUSIVA SI Turci (ex staff Pioli): “Non capisco le critiche a Stefano. Delusioni Maignan-Leao e la mia Udinese”

L’ex portiere Luigi Turci, oggi preparatore atletico passato anche dal Milan di Pioli nella stagione 2019/2020 (ai tempi di Donnarumma), ha rilasciato una intervista in esclusiva a SPORTITALIA. Dal rendimento dei rossoneri, al futuro di Pioli, fino alla “sua” Udinese ed i nuovi portieri italiani in rampa di lancio: ecco le sue parole.

Il Milan chiude la stagione in un clima di delusione, soprattutto verso Pioli?

“Le critiche a Stefano le capisco poco. In campionato l’Inter ha stra-dominato, come il Napoli l’anno scorso, il Milan è secondo e si qualificherà ancora in Champions: per il cammino in campionato sono gratuite. In Europa le posso capire, perché dopo essere uscito prematuramente dalla Champions, in Europa League aveva le carte in regola per vincere, invece è uscita con la Roma. Bisogna dare il giusto peso alle cose”.

In che modo?

“Se si ritiene che il ciclo di Pioli sia finito, ok. Ma le critiche vanno pesate. L’anno scorso ce ne sono state, ma i rossoneri sono arrivati in semifinale di Champions. Non è che sia andato così male. L’Inter è al limite della imbattibilità, arrivare secondi sarebbe tanta roba. Tanti meglio di Pioli in giro non ne vedo”.

Si fanno diversi nomi, nei giorni scorsi quelli di Fonseca a Lopetegui.

“Sono tutte scommesse in un certo senso: Pioli sai che la stagione la porta a casa. Ha vinto uno Scudetto inaspettato e negli altri anni ha comunque fatto annate positive. Scegliere altri percorsi vuol dire provare ad indovinarla, mi fermo qui e lascio che siano i dirigenti del Milan a scegliere”.

I derby persi hanno pesato in tal senso?

“Sicuramente. L’opinione pubblica conta tanto in Italia, basta pensare che abbiamo 4 giornali sportivi nazionali. 6 derby consecutivi, anche se l’Inter è più forte, non si possono accettare. Probabilmente la società ritiene che il ciclo che sia finito, che è una logica aziendale che posso capire. Ma le critiche così pesanti le ritengo eccessive”.

Il rendimento di due uomini chiave come Maignan e Leao, non sempre all’altezza, si è sentito?

“Ricordo la frase che si sentiva su Spiderman: da un grande potere derivano grandi responsabilità. Maignan e Leao sono giocatori di caratura mondiale e dire che non hanno avuto un rendimento all’altezza è per me un attestato di stima enorme. Rafael è talmente che ci si aspetta che faccia la differenza sempre: arriverà a questo, ma oggi non è così, deve fare un ulteriore step di maturazione”.

E Maignan? Ha abituato bene al primo anno.

“Nella sua prima stagione rossonera è stato straordinario, poi è andato in calando. Quest’anno ha toccato il punto più basso della sua permanenza a Milano, posto che sia un fenomeno e per questo lo dico”.

Ti piace Okoye dell’Udinese?

“Sì, ha delle potenzialità. Deve lavorare su alcune cose perché è un po’ grezzo dal punto di vista tecnico, però secondo me ha un potenziale importante dal punto di vista fisico-atletico, poi sulla tecnica ci sta lavorando. Certi interventi si vede che sono molto più puliti ora. E’ da tenere in considerazione”.

La tua Udinese con Cannavaro ha da soffrire?

“Farà fatica per forza. L’Udinese la considero la delusione di questo campionato, perché ha una rosa superiore a quello che è il cammino fatto, nettamente. Non può essere invischiata nella lotta-retrocessione a questo punto della stagione. Questo weekend sarà fondamentale, fra la sfida al Bologna e Frosinone-Salernitana di stasera. Uno spartiacque importante, poi ci sarà ancora la sfida contro il Frosinone. Vedo una carenza di fondo: quando gli episodi ti girano spesso male significa che c’è qualche problema, che può essere la concentrazione”.

Dietro a Donnarumma, e Vicario, chi cresce meglio?

“Stravedo per Carnesecchi, lo seguo da vicino dai tempi di Cremona. Si è preso la maglia da titolare all’Atalanta ed ha grandissimi margini di miglioramento. Vedo un gran bene Di Gregorio per come si propone, considerando ovviamente Meret che è stabile ad un buon livello e Caprile che ha personalità e mi piace”.

Fra questi, Di Gregorio è fra i più chiacchierati in tema mercato per le big.

“Ha un atteggiamento, una proposta, un dominio del ruolo che hanno pochi in Italia. Quello che offre lui non è da tutti: è un portiere a 360 gradi, copre gli spazi, la gestione della palla sia nel possesso che nei lanci, è cresciuto moltissimo e lo si vede da come si è tenuto stretto il posto anche con Cragno in rosa”.

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