La lista, la guerra fredda e l’amore. Gli ingredienti di un finale che sa già di mercato

La short list, la guerra fredda, l’amore. Partiamo dall’amore, quello che vince sempre. Partiamo da quella che secondo me è diventata l’immagine più dolce e tenera dell’intero campionato. Il Bologna torna in Europa dopo 22 lunghissimi anni e Riccardo Orsolini festeggia passeggiando in mezzo al campo mano nella mano con la nonna. Poi l’abbraccio, le parole, le lacrime. E quella commozione è quella di tutti noi perché ha avuto la capacità potente di sbloccare i ricordi di ognuno di noi. Ci siamo rivisti in Orsolini, siamo stati tutti un po’ Orsolini. Il “problema” è che non eravamo più abituati a vedere scene così pure, talmente travolti dal nuovo mondo social dove tutto sembra terribilmente fake. C’è la gara ai like, c’è la voglia di apparire sempre e comunque, c’è la superficialità come stile di vita, non c’è più spazio per le vecchie abitudini e i sentimenti, quelli veri. La bellezza di Orsolini e della nonna rimarrà per sempre come una cartolina in bianco e nero perché d’altri tempi. Torniamo a cose decisamente dei nostri tempi come la scelta dell’erede di Stefano Pioli sulla panchina del Milan. Il #nopetegui dei tifosi rossoneri con annessa protesta ufficiale ha bocciato la scelta dello spagnolo che però non è ancora bocciato dalla dirigenza, tutt’altro. L’ex ct della Spagna resiste all’interno di una lista che è diventata più snella e nella quale ci sono anche Fonseca, Tedesco e perchè no De Zerbi. Conte è fuori lista perché sarebbe un extra. E agli extra ci si arriva solo con un sforzo pazzesco. Nessuno sforzo per riavvicinare la Roma e la Lega di serie A, anzi. L’ho chiamata guerra fredda, ma in realtà è guerra totale. La Lega ha respinto al mittente la richiesta del club giallorosso di spostare a lunedi 13 maggio lo scontro champions contro l’Atalanta con conseguente slittamento di 24 ore della finale di coppa Italia. E’ il secondo no della Lega alla Roma dopo la querelle sul recupero di Udinese-Roma. Capisco la Roma, ma qui la missione era davvero impossibile perché di mezzo c’era la coppa Italia, ma non aver scelto ancora la data del recupero tra Atalanta e Fiorentina è un errore imperdonabile. De Rossi proverà a trasformare la rabbia. Guai a piangersi addosso. Guai a cadere nei soliti fatalismi. Se si tende alla felicità, la felicità arriverà.

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