Napoli, da Udine a Udine: ma in un anno è cambiato tutto

Un anno fa, in questo periodo, il Napoli pareggiava a Udine e festeggiava la vittoria dello scudetto, riportato con merito sotto le pendici del Vesuvio trentatré anni dopo. Domani i partenopei torneranno in quello stadio che evoca dolci ricordi, in un periodo però diametralmente opposto, con una squadra che è lontana parente di quella che ha dominato lo scorso campionato. E questo deve far riflettere, tutti: l’involuzione tecnico-tattica degli azzurri è il frutto di una serie di scelte sbagliate, di una programmazione che è stata attuata in maniera superficiale, sottovalutando diverse partenze.

La qualificazione alla prossima Champions League, ultimo salvagente in una stagione horror, è sempre più lontana. Il Napoli deve provare ad “accontentarsi” dell’Europa League, traguardo comunque pregiato visti i presupposti di quest’anno. I partenopei devono provare a terminare questo campionato nel miglior modo possibile, per poi sedersi a un tavolo e premere il tasto reset del telecomando. Un’altra stagione del genere non è permessa, bisogna ripartire con criterio e una seria programmazione sin dalle fondamenta, perché sono quelle che tengono in piedi una società.

Dal tavolo dirigenziale all’allenatore, passando per i calciatori: tutti sotto esame perché in una stagione del genere è praticamente impossibile scegliere soltanto un colpevole, nonostante qualcuno abbia sicuramente più responsabilità di altri. Ma in una società si perde e si vince tutti insieme, quest’anno il Napoli ha perso su ogni linea. Bisogna ripartire in fretta, perché un’altra stagione del genere non è permessa.

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