Dal Parma all’Atalanta, dalla Coppa UEFA all’Europa League: 25 anni di digiuno

L’Atalanta ieri non ha solo vinto l’Europa League, vincendo il suo primo titolo internazionale dopo la Coppa Italia del 1963. La squadra nerazzurra ha rotto anche un digiuno che durava da 25 anni per le squadre italiane. Infatti, la Dea è stata la prima Italia a conquistare la seconda competizione europea sotto il nuovo nome di Europa League. L’ultima volta che una formazione di Serie A aveva vinto il trofeo correva l’anno 1999 e a vincerlo fu il Parma dell’era Tanzi. Una vita fa, tanto che allora la competizione ancora si chiamava Coppa UEFA.

L’Atalanta ha rotto il lungo digiuno dell’Italia in Europa League

In questi 25 anni, per via del calo del livello del nostro campionato e anche per via di un generale senso di sottovalutazione del valore della vittoria di una Coppa UEFA o di un’Europa League, che dir si voglia, le squadre italiane hanno fatto generalmente male. In questi 25 anni almeno una squadra italiana ha raggiunto 11 volte la semifinale e in tre occasioni ha avuto anche due squadre in semifinale. Tuttavia, solo in due occasioni era riuscita ad arrivare in finale ed era accaduto solo negli anni recenti, con l’Inter 2020 e la Roma lo scorso anno.

25 anni, in cui l’Italia ha perso appeal e peso in Europa, prima ancora in Europa League che in Champions League. Per rendere l’idea del calo: tra l’edizione 1988/89 e l’edizione 1998/99, l’Italia e la Serie A che dir si voglia aveva conquistato il trofeo 8 volte su 11, perdendo la finale in due delle altre edizioni. Un dominio assoluto che aveva coinvolto tutto il calcio italiano, dalle grandi alle squadre medie della Serie A.

Dal Parma all’Atalanta, due vittorie molto diverse

Per capire e comprendere che cosa è cambiato in questi 25 anni senza vittorie in Coppa UEFA/Europa League, basta confrontare le due squadre italiane che hanno vinto. Il Parma di Tanzi era tutt’altro che un esempio virtuoso. Nel 1999, i gialloblù vinsero la seconda Coppa UEFA della loro storia. Erano gli anni del Parma che lottava per lo scudetto, erano gli anni delle spese pazze della Serie A. Di lì a poco ci si rese però conto che le vittorie di quella squadra, i tanti campioni acquistati erano l’effetto di una tutt’altro oculata. Il crack Parmalat portò la squadra emiliana sull’orlo del fallimento (poi arrivato sotto un’altra sciagurata gestione una decina d’anni dopo).

Oggi la Dea è un esempio virtuoso. La famiglia Percassi ha portato l’Atalanta in cima all’Europa vincendo l’Europa League per la prima volta nella sua storia attraverso una gestione più che oculata. La Dea ha investito sul settore giovanile, ha lanciato e venduto i suoi gioielli, ha conquistato le qualificazioni all’Europa guadagnando parecchi soldi poi reinvestiti sul mercato sui giusti profili, creando valore con i risultati e le prestazioni in campo.

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