ESCLUSIVA SI Nicolini: “Gasperini via? Palladino o Baroni. L’allenatore aiuta, ma i giocatori fanno la differenza”

Fra i grandi ex dell’Atalanta che avevano già vissuto una serata europea da brividi in passato (quella famosa semifinale contro il Malines), c’è Eligio Nicolini. L’ex centrocampista, oggi allenatore, ha parlato in esclusiva a SPORTITALIA riguardo l’impresa della Dea, che ha lasciato esterrefatti milioni di tifosi ed appassionati di calcio.

Come l’ha lasciata l’impresa fatta dall’Atalanta?

“Penso che un po’ tutti siano rimasti affascinati, di fronte ad una impresa straordinaria, che nessuno si sarebbe aspettato all’inizio dell’anno. Ma è una cosa davvero meritata. Ero certo di una cosa”.

Ovvero?

“Che avrebbe fatto molta meno fatica con il Bayer rispetto che con la Juventus”.

Come mai?

“Per due motivi: il primo è per il modo di giocare dei tedeschi. Il secondo è perché la Juventus conosce la squadra di Gasperini molto meglio, mentre il Bayer può aver pensato di essere un pochino più avanti, ritrovandosi invece nettamente indietro”.

Difficile fare un nome in particolare, ma Lookman ha dimostrato di poter stare su certi palcoscenici…

“Sicuramente, ma tutti quanti. Tutti i singoli dell’Atalanta hanno espresso la loro miglior versione, mentre quelli del Leverkusen sono stati irriconoscibili, dal primo all’ultimo. Rispetto a quanto avevo visto durante l’anno, erano davvero diversi. Meglio per l’Atalanta”.

In Italia giudichiamo molto in base ai risultati. Gasperini dopo la finale ha detto: “Non sono migliore adesso rispetto a due ore fa”. Stiamo celebrando “in ritardo” l’Atalanta?

“Da che il mondo è mondo il calcio in Italia è così, si viene giudicati per i risultati. Puoi fare benissimo e perdere, di conseguenza sei un giocatore o un allenatore normale, per contro se fai così così e vinci, diventi superiore agli altri. Trovo che sia normale che ci siano questi alti e bassi sulle valutazioni di allenatori e giocatori”.

L’Atalanta ha creato un modello? Facendo vedere che dando fiducia all’allenatore…

“L’allenatore ha dato sicuramente qualcosa, ma sono dell’idea che siano i giocatori a fare la differenza. Il tecnico ti può aiutare riguardo l’atteggiamento tattico, ma alla fine sono le qualità dei giocatori che si esprimono a fare la differenza. Infatti contro il Bayer Leverkusen, molti dei loro non si sono espressi come hanno fatto quest’anno. Penso che tutti i nerazzurri presi singolarmente abbiano superato il diretto avversario”.

Dunque una eventuale partenza di Gasperini potrebbe essere colmata? 

“Sicuramente, la società sa lavorare. Da quello che ho capito sentendolo parlare, sembra che possa anche lasciare. Se dovesse capitare un altro tecnico, per come la vedo io servirebbe una persona nuova, emergente”.

Per esempio. chi le piacerebbe sulla panchina dell’Atalanta?

“Palladino, Baroni, Gotti. Gente che conosce già la categoria da almeno 2-3 anni, ma che sia nuova ad una esperienza così, dovendo fare la Champions”.

Scamacca arriva all’Europeo come il numero 9 più pronto per Spalletti?

“Ha fatto bene, avendo una crescita abbastanza importante, dovuta al gioco dell’Atalanta, che è sempre nella metà campo avversaria. Di conseguenza gli attaccanti, così come i centrocampisti offensivi, hanno più possibilità di concludere, di presentarsi in area di rigore”.

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