Il tecnico del Napoli, Antonio Conte
Tra il ritornello del campionato falsato e i “rigorini” scegliere tra un “complotto” o un altro è come decidere di andare a cena con Belen o Jennifer Lopez. Se proprio vogliamo parlare di rigori concessi e non, ce ne era uno in Napoli Lecce su Politano grande come una casa: un “rigorone” non concesso. Ne vogliamo parlare ? E del gol regolare annullato a Di Lorenzo? No, meglio sorvolare.
E allora, la scelta più giusta è non cadere alle provocazioni, tanto alla fine della fiera siamo e saremo tutti complottisti, chi più, chi meno, a seconda dei casi che si ripeteranno sistematicamente colpendo da nord a sud, passando per il centro. Almeno fino a quando il protocollo Var non sarà modificato e sarà finalmente uguale per tutti. , invece per il Napoli in testa al campionato con merito. Ventidue punti, sette vittorie ed un pari con la Juventus. Cinque vittorie al Maradona, vero fortino inespugnabile come la difesa con solo due gol al passivo in otto gare. Già, perché dopo il tracollo di Verona alla prima giornata ed alla fine del mercato, Antonio Conte ha trasmesso in tempi record una nuova identità al Napoli, una mentalità vincente, ma allo stesso tempo operaia, quella del sacrificio e della sofferenza. Anche contro i salentini l’abito azzurro si è sporcato, tanto. La trappola è stata superata con il solito spirito che contraddistingue le squadre di Conte, un calcio pratico, ma intenso.
C’è poi però, chi ha la puzza sotto al naso e dice che il Napoli di Conte comanda la classifica, ma non ha un bel gioco. La risposta è semplice, perché nemmeno “la grande bellezza” dalle parti di Napoli ha vinto, vedi quella Sarriana; forse il Napoli del terzo scudetto quello Spallettiano e nemmeno per tutta la stagione ha espresso un gioco bello ed anche vincente. Per non parlare poi delle squadre che lo scudetto lo hanno vinto nel passato, il Milan o la Juventus di Allegri? L’Inter di Mourinho o di Inzaghi ? In fondo il Napoli è in ricostruzione, tanto quanto la Juventus che insegue alle spalle. Il non partecipare alle coppe è certo un vantaggio per gli azzurri, ma non deve diventare l’alibi delle inseguitrici per scongiurare un possibile fallimento. Tornando al Napoli la fotografia del rilancio è senza dubbio il capitano Di Lorenzo. In estate era praticamente già andato alla Juventus, oggi dopo l’avvento di Conte oltre ad aver riconquistato la leadership parla il suo score, già tre gol in nove giornate: è già record personale. Ora peró arriva il momento degli esami veri, gli scontri diretti, Milan, Atalanta e Inter. Il trittico della verità per il Napoli di Conte tutto testa, cuore e sofferenza, in barba pure al bel gioco.
Manuel Parlato
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