E’ assolutamente vero che la versione dell’Inter che ha battuto l’Arsenal sia quanto di più lontano possibile rispetto al calcio totale che ha fatto di Simone Inzaghi “Il Demone” divenuto idolo dei tifosi nerazzurri. Ma ha vinto, ha raggiunto quota dieci punti ed ha inserito la squadra nerazzurra nella sfera magica dell’elite del calcio continentale. Ed allora poco importa della forma, anche perché nessun osservatore in buonafede potrebbe mettere in dubbio la possibilità dei nerazzurri di raggiungere quel livello di spettacolarità che ha avuto il suo apice nella passata stagione. E’ piuttosto la sostanza a segnare la differenza e a gridare con forza una realtà che probabilmente non è ancora stata percepita nella maniera adeguata: Simone Inzaghi è uno dei migliori allenatori d’Europa, ed il resto del continente se ne sta rendendo conto. A partire dalla Premier League.
E’ un dato di fatto che il Manchester United abbia pensato al tecnico dell’Inter prima di memorizzarne la volontà di restare in nerazzurro ed andare di conseguenza su Ruben Amorim, ed è altrettanto acclarato che il pareggio di Manchester ed il successo di San Siro contro i Gunners abbiano confermato quell’idea che si era già fatta largo ai tempi dell’exploit nerazzurro che portò alla finale di Champions League poi persa contro Guardiola.
L’Inter ha un progetto tecnico ed economico legato indissolubilmente alle capacità del suo allenatore, ed il raffronto con gli ultimi avversari ha stupito l’opinione pubblica made in UK. Anzitutto per il risultato finale, che ha sorriso ai nerazzurri, poi per la sostanziale facilità con la quale i milanesi sono riusciti a contenere il predominio territoriale dei Gunners. Il possesso palla della squadra di Arteta è stato reso inefficace dal blocco basso e organizzato di Simone Inzaghi, al punto da non riuscire a creare nitide opportunità da rete nonostante la scelta del tecnico piacentino di affidarsi ad un undici di partenza lontano dalla squadra che solitamente viene schierata nei “main event” della stagione.
L’aspetto che più degli altri ha catalizzato l’attenzione mediatica britannica, è però totalmente collegata all’aspetto economico: ovvero la differenza sostanziale di budget che le due squadre hanno avuto per arrivare all’attuale livello. Da una parte l’Inter è in totale recessione economica, e vede spiragli di luce solo negli ultimi mesi susseguenti alla gestione “in apnea” targata Steven Zhang. Dall’altra i Gunners sono reduci da un’estate che ha segnato investimenti sul mercato da 109 milioni di euro. E a chi obietta che dall’altro versante ne sono comunque entrati 84 per le cessioni, è fin troppo facile rispondere estendendo l’arco temporale all’estate precedente: quella in cui i Gunners arrivarono ad investire 235 milioni per rifarsi il look a fronte dei soli 70 incassati dalle uscite.
Ed allora la domanda sorge spontanea, dove potrebbe arrivare una squadra allenata da Inzaghi con un budget di quel calibro? L’Inter non vuole che ci sia una risposta a breve termine: perché l’intenzione è quella di tenerselo stretto, e di arrivare a costruirsi anche alle nostre latitudini la possibilità di investire cifre di quel calibro. Sarà un processo lungo, ma con questa gestione tecnica e manageriale nessun traguardo sembra poter essere precluso.
Un altro aspetto che grida con forza il valore del lavoro di Inzaghi e del suo staff è quello relativo al player trading: ovvero allo sviluppo tecnico ed economico delle risorse investite per calciatori di prospettiva. Il diktat estivo di Oaktree era stato chiaro: Nessuna spesa pazza per calciatori già formati, ma investimenti anche importanti per prospetti “alla Bisseck”. L’esempio del centrale tedesco è quanto di più eloquente la rosa nerazzurra possa produrre. Arrivato nell’estate 2023 per una cifra decisamente abbordabile grazie al lavoro dello staff tecnico targato Ausilio-Baccin, a poco più di un anno di distanza è diventato un difensore totale, in grado di uscire a testa alta dal confronto con gli attacchi di Manchester City ed Arsenal. Inevitabile che il valore di mercato sia schizzato verso l’alto, senza contare che una presumibile convocazione con la Nazionale Tedesca possa mettere il punto esclamativo sul lavoro di squadra costruito dalla società nerazzurra. Anche per questo motivo l’Inter è al lavoro per blindare il suo gioiello con un nuovo contratto, in attesa che possa arrivare il turno di Palacios: la scommessa versione 2024 dei milanesi. Sull’altro versante del Naviglio anche il Milan si gode una sua intuizione di mercato ed è prossima alla fumata bianca per un rinnovo più che meritato. Lo sviluppo di Tijani Reijnders è probabilmente la nota più positiva manifestata dall’impatto di Fonseca con l’universo rossonero. La scelta di anticipare i tempi per un nuovo accordo è più azzeccata che mai.