Annuncio sconvolgente del numero uno al mondo: “Il divertimento è andato via giorno dopo giorno…”
Manca davvero pochissimo per il ritorno in campo di Jannik Sinner dopo i tre mesi di squalifica per la vicenda Clostebol. L’appuntamento è agli Internazionali BNL di Roma, di scena al Foro Italico a partire del 7 maggio. Il tennista altoatesino ci arriverà da numero uno del ranking ATP, grazie ai flop di Zverev e Alcaraz.

L’attesa dei fan e della critica cresce a dismisura, nel frattempo fanno non poco rumore le dichiarazioni rilasciate al ‘TG1’ dal classe 2001. Fanno rumore perché sono molto pesanti, a partire dal caso doping: “Clostebol? In quel momento non ho capito bene, non sapevo nulla, me l’hanno spiegato per capire cosa era successo alle mie spalle. Poi abbiamo saputo da dove veniva la positività. Ho faticato ad accettarlo, non avevo fatto niente, perché avrei dovuto?”.
Sinner ha patteggiato, o meglio concordato con la WADA una sospensione di 3 mesi per scongiurare il peggio, ossia il rischio di uno stop di almeno 1 anno: “Ho parlato col mio avvocato e abbiamo deciso di intraprendere quella strada. Se lo rifarei? Ormai è andata…”.
Il tennista azzurro ha replicato a chi gli è andato contro in tutti questi mesi, da Federica Pellegrini a illustri colleghi come Novak Djokovic: “Non sono stato trattato diversamente, anzi forse mi hanno controllato più degli altri. Poi ognuno è libero di pensare diversamente. Sicuramente non auguro a nessuno di passare da innocente una roba del genere”.
Sinner: “In campo non mi sentivo bene, ho pensato di dire basta”
Sarà vero o avrà un po’ esagerato, sta di fatto che Sinner ha detto di aver pensato di mollare il tennis: “È stato un anno di difficoltà e in campo non mi sentivo bene. Il divertimento andava via giorno dopo giorno, ma la mia fortuna è stata avere delle persone intorno che mi hanno aiutato e creduto, parlo del mio team e della mia famiglia”.

“Se c’è mai stato un momento in cui ho detto mollo tutto, basta? Sì – ha risposto – Mi ricordo prima degli Australian Open di quest’anno: era un momento infelice, perché c’era ancora aperto il caso doping e a fine anno dissi vediamo come sarà. Arrivo in Australia e non ero a mio agio neanche negli spogliatoi, i giocatori mi guardavano diversamente e non mi piaceva. Era pesante vivere il tennis così. Ho costruito una bolla dove nessuno poteva entrare, e così ho potuto continuare a giocare ed è andato tutto bene, anche se non mi sentivo felice in campo”.






