Purtroppo, si registra un enorme dramma nel basket italiano. Dobbiamo dire addio a un grande allenatore, che purtroppo non c’è più.
Lo sport è sostanzialmente da sempre qualcosa di davvero magnifico. Nato ancora prima che la nostra società si civilizzasse a dovere, permette a milioni di esseri umani – considerando gli spettatori e i protagonisti assoluti – di unirsi in un abbraccio collettivo, stringendo amicizie e regalando enormi soddisfazioni ed emozioni veramente a chiunque.

Purtroppo, però, non sempre le cose vanno effettivamente bene. Non facciamo riferimento alle sconfitte sul campo o in pista, che fanno chiaramente parte del gioco, bensì alle tragedie alle quali non vorremmo mai e poi mai effettivamente assistere.
Lo sa bene il basket italiano, che di recente è stato chiamato a dover registrare una perdita davvero terribile. Nelle prossime righe di questo articolo approfondiremo nello specifico cosa è successo.
Dramma nel basket italiano: che cosa è successo
Purtroppo, siamo chiamati a dover registrare una perdita terribile. Vittorio Silvestrucci, figura di spicco della pallacanestro vicentina, ha perso la vita a 83 anni. La sua è stata una carriera davvero importante, accumulando molta esperienza sia nella Serie A femminile che nella B maschile. Nel corso della sua vita ha deciso di dedicarsi principalmente al settore giovanile, con l’obiettivo di formare nel modo migliore possibile le nuove generazioni.

Insomma, voleva aiutare i giovanissimi a crescere, più che arricchire il suo palmares. Questo modo di vivere il basket, certamente, lo ha arricchito profondamente. Non solo si è dedicato ai giovani, ma si è anche impegnato a non spingere troppo verso il raggiungimento del risultato immediato per gli stessi ragazzi e le stesse ragazze, cercando di evitare di mettere pressione troppo in fretta agli adolescenti. Perché se il successo sa gratificare, qualche amarezza di troppo è capace di distruggere altrettanto in fretta. Insomma, con i giovani non ci vuole solo dedizione, impegno e passione, ma anche enorme responsabilità.
Caratteristiche che hanno sempre contraddistinto quello che è stato indubbiamente un grandissimo allenatore. Oltre a ciò che il basket può avere rappresentato nella vita e nella carriera di quest’uomo, è indiscutibile il fatto che abbia lasciato un’eredità indimenticabile nel cuore e nella mente di chi è stato suo collaboratore e allievo, non soltanto familiare. E alla fine, se proprio vogliamo dirla tutta, è proprio questo che conta più di ogni altra cosa. Lo sport è agonismo e competizione, è vero, ma anche educazione e passione. E le prime, di certo, non sono più importanti delle seconde.






