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Sciagura in NBA, giro pazzesco di soldi: Durant bloccato

Per un campione riuscire a costruire un patrimoni futuribile è un aspetto fondamentale, ma per Kevin Durant le cose non sono andate come previsto.

La carriera di Kevin Durant è da sempre sinonimo di talento, canestri e successi sul parquet NBA, ma ridurla a una questione puramente sportiva sarebbe un errore. L’ala degli Houston Rockets, già protagonista con maglie iconiche come quelle degli Oklahoma City Thunder, dei Golden State Warriors e dei Brooklyn Nets, ha infatti sempre dimostrato di avere un fiuto speciale anche fuori dal campo. In parallelo alla sua avventura in NBA, Durant ha costruito una vera e propria identità da uomo d’affari, capace di muoversi con disinvoltura tra investimenti, startup tecnologiche, sponsorizzazioni e accordi commerciali. Chi lo conosce bene sa che Durant non si limita a seguire le indicazioni degli agenti: da sempre partecipa attivamente alle decisioni e spesso si dimostra un precursore. Non a caso, già quando vestiva la maglia degli Warriors, aveva compreso quanto fosse strategico diversificare il proprio patrimonio.

Kevin Durant
Sciagura in NBA, giro pazzesco di soldi: Durant bloccato – Sportitalia.it (screen Youtube)

Il risultato è stato un percorso che gli ha permesso di trasformarsi in una figura capace di attrarre brand e investitori, ma anche di saper reinvestire con una visione lucida e a lungo termine. Tuttavia, anche per chi sembra sempre un passo avanti, capita di incappare in imprevisti. Per Durant si è trattato di un episodio che, almeno inizialmente, sembrava una potenziale catastrofe finanziaria. Un problema apparentemente banale, nato da una dimenticanza, che avrebbe potuto trasformarsi in un buco milionario. E invece, come spesso accade ai grandi campioni, quell’impasse si è rivelata l’occasione per un colpo di fortuna clamoroso.

Durant, la vicenda Coinbase e l’occasione trasformata in oro

Tutto risale al 2016, quando Durant, allora giocatore dei Golden State Warriors, decise di acquistare Bitcoin dopo una cena in cui aveva sentito più volte parlare della criptovaluta. Convinto dal suo agente Rich Kleiman, aprì un account su Coinbase e investì in quello che all’epoca sembrava ancora un mercato di nicchia. Durant e il suo entourage persero l’accesso all’account, dimenticando la password. Per anni i Bitcoin acquistati rimasero “bloccati”, senza che fosse possibile venderli o movimentarli. Kleiman ha raccontato con ironia che questa dimenticanza si è trasformata in un colpo di fortuna: non potendo toccare gli asset, Durant si è ritrovato a cavalcare passivamente l’incredibile crescita della criptovaluta. Dai valori del 2016 – oscillanti tra i 360 e i 1.000 dollari – si è passati agli oltre 116.000 dollari di oggi. Un incremento di oltre l’11.000% che ha fatto lievitare a dismisura l’investimento iniziale.

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Durant, la vicenda Coinbase e l’occasione trasformata in oro – Sportitalia.it (screen Youtube)

Con il tempo, grazie alla collaborazione con il team di Coinbase, Durant è riuscito a recuperare il controllo dell’account. Ma intanto la dimenticanza aveva già fatto il suo corso, trasformando quello che poteva essere un errore fatale in un affare da manuale. Un paradosso che racconta bene la sua parabola: capace di colpire il bersaglio anche quando sembra sbagliare. La vicenda mette in luce anche il lato educativo: il mondo delle criptovalute non perdona leggerezze, ma può premiare chi riesce a mantenere la calma e aspettare. Durant, oltre a essere una leggenda NBA, si conferma dunque anche un’icona di resilienza e intraprendenza, tanto sul campo quanto nel mondo del business.

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